giovedì 6 ottobre 2011

sono altro da te


Scriveva J.-J. Rousseau, nelle sue "Confessions" (1764-69), pubblicate postume nel 1782-89:
Intus et in cute (Perseus)
(...) Je veux montrer à mes semblables un homme dans toute la vérité de la nature; et cet homme ce sera moi.
Moi seul.
Je sens mon coeur et je connais les hommes.
Je ne suis fait comme aucun de ceux que j'ai vus; j'ose croire n'être fait comme aucun de ceux qui existent.
Si je ne vaux pas mieux, au moins je suis autre. (...)

traduzione:
  "interiormente e sotto pelle" (Perseo, Satira, III, 30)
(...) Voglio mostrare ai miei simili un uomo in tutta la verità della propria natura, e quell'uomo sono io.
Io solo.
Sento il mio cuore e conosco gli uomini.
Non sono fatto come nessuno di quanti ho visto; oso credere di non esser fatto come nessuno di quanti esistono.
Se non valgo di più, quantomeno sono altro. 
Se la natura abbia fatto bene o male a infrangere lo stampo in cui m'ha forgiato, lo si potrà giudicare solo dopo avermi letto.


1 commento:

  1. Ecco qui Rousseau che afferma efficacemente qualcosa che dimentichiamo un po' troppo spesso:
    siamo ognuno qualcuno di diverso dagli altri.
    E, cosa più importante, questo non è affatto un problema da risolvere, ma un eccellente punto di partenza e di arrivo.
    Se smettessimo di sprecare energie cercando di rendere gli altri uguali a noi e/o noi uguali agli altri, forse avremmo finalmente tempo, voglia e possibilità di scoprire chi siamo veramente.

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