sabato 18 aprile 2015

7) Viaggio in Colombia; al Centro ( Villa de Leyva 1 )

mercoledì 4 marzo 2015
Attraversiamo una bella campagna molto abitata. Finalmente arriviamo nel pomeriggio alla stazione degli autobus. L'hospedaje (significa alloggio =albergo economico) "Calle Real" è carino, pieno di fiori e colorato. Personale accogliente. Camere un pochino anguste ma gradevoli.

Andiamo subito verso il centro e ci accorgiamo di essere un po' distanti, circa sette cuadras (siamo nella transversal 10a della carrera 12), ma è piacevole passeggiare, nonostante ovunque il selciato sia tutto acciottolato con grosse pietrone arrotondate.
Ci sono delle belle stradine, con balconi e loggiati in legno, tutto ha un suo stile uniforme, ed è ben conservato e restaurato. Anche le case nuove debbono rispettare l'armonia con l'insieme, c'è chiaramente una supervisione al riguardo, e molta cura. Dentro a molte abitazioni e balconi si vedono amache.


E' subito amore a prima vista … come nelle canzoni. Le canzoni tradizionali di qui sono di fatto tutte dei racconti di storie. E' interessante notare che ci sono molti negozi (sopratutto in periferia ma non solo) specifici per le necessità locali, del tipo ferramenta, attrezzi per l'agricoltura e le coltivazioni, drogherie (abarrotes), e farmacie, parafarmacie e sanitari (droguerias), negozietti di vino, di alimentari, o di generi vari, eccetera. Passano vari pick-up, furgoncini, camionetas, anche trattori. E solo approssimandosi alla Plaza Principal si trovano cafeterias, bares, posti per spuntini, panetterie e pasticcerie, pizzerie, negozi di abbigliamento o artigianato …
Villa de Leyva, un borgo di nemmeno diecimila abitanti a 2140m di altitudine, fondata nel 1572.


L'atmosfera complessiva è incantevole, stupenda, è un borgo magico, con un fascino che ha una forza d'attrazione incredibile. Qui sembra che il tempo si sia rallentato e quasi fermato, perché sembra di muoversi in un contesto hispano-coloniale. Se uno vuole studiare quel periodo, basta che venga qua e si sieda, e stia ad osservare.
Certo qui c'è un pizzico più turismo che a Popayàn, ma è limitato al fin-de-semana, comunque ci si riconosce da lontano, e direi che qui stranieri siamo solo quattro gatti.


Giriamo per le calles, entramo a curiosare nei numerosi cortili e corti, con i loro patii interni, dove hanno sistemato caffetterie, o trattoriette. Tutto molto suggestivo.

E infine la grande piazza, forse la più grande del Paese in rapporto alla dimensione della cittadina.


Scende un'arietta più freschina, torno in albergo a prendere una maglia leggera e un k-way. Rimaniamo a lungo seduti sulle panche al fianco della cattedrale, sul lato alto.







Sopraggiunge un bel tramonto.
Ceniamo sotto i portici (portales), all'«Arcadia», annalisa prende una crema di verdure e pollo, e da bere una aromàtica, io una pizza con melanzane, e una limonata (7€ a testa). Restiamo a lungo lì all'aperto a bearci dell'aria primaverile e a calarci nella vista del panorama.


'Sta piazza di quattro secoli fa, è ammaliante.
Cala il buio, oramai c'è silenzio, e poi… sorge la luna piena, che meraviglia!
Insomma è tutto un vero incanto.

(mi torna alla mente la famosa poesia di Salvatore DiGiacomo ):

Nu pianefforte ‘e notte 
Sona lontanamente 
E ‘a musica se sente 
Pe ll’aria suspirà. 

E’ ll’una: dorme ‘o vico 
Ncopp’a sta ninna-nonna 
‘e nu mutivo antico 
‘e tanto tempo fa. 

Dio, quanta stelle n'cielo! 
Che luna! E cc’è aria doce!

( … )



Nessun commento:

Posta un commento