martedì 21 aprile 2015

11) Viaggio in Colombia; 5 (miti Muisca)

I miti dei Muisca affascinarono il pittore Luìs Alberto Acuña (1904-1993), che vi si ispirò per suoi disegni, pitture e murales.
In uno di essi raffigura (al centro) il Dio creatore Chiminigagua, che "per illuminare l'universo" manda in volo degli uccelli neri dai cui becchi uscirà un qualcosa di risplendente:
sulla destra con scudo e lancia vi è Chaquén il dio che protegge i terreni e le frontiere dei muisca.
Chiminigagua sul trono cosmico

In un altro mural dipinge la Madre Natura, Huitaca, formosa e generosa, predicava l'importanza di una vita in allegria e del valore dei giochi e dei piaceri, ma anche l'insofferenza verso i nuovi costumi patriarcali. Il suo culto si compiva con riti lunari. Poi nella società muisca, adducendo l'avversione per certi aspetti terribili della Natura, la Dea fu trasformata in un uccello notturno, di solito raffigurata con l'immagine della civetta.

In altre occasioni inoltre l'artista Acuña raffigura la Grande Madre dell'Umanità Bachué e suo figlio e compagno Iguaqué (come abbiamo già visto tre Post più sotto sui resti muisca, ma anche qui più sopra sul lato sinistro).  (La feconda e prolifica Bachué mi fa tornare alla mente il famoso quadro di Gustave Courbet del 1866, intitolato "L'origine del Mondo")

I due si stabilirono in due capanne presso il lago, dove Iguaque crebbe e divenne un giovane uomo.
La progenitrice e il figlio che ella aveva tratto dalle acque, percorsero poi tutte le vallate del mondo per popolarle:


Per secoli i Muiscas compirono pellegrinaggi alle sacre capanne (bohìos). In una si adorava la statuetta d'oro di un bambino posto in piedi. Lì i fedeli lasciavano drappi di cotone fine, e di bella fattura, oro in varie forme, figurine zoomorfe e antropomorfe, come offerte (che i conquistatori spagnoli requisirono).
Bachué era la dea della fertilità dei campi agricoli e dei raccolti, e simboleggiava l'influenza femminile nel sistema di parentela dei chibcha. Gli stessi cacicchi si succedevano per via matrilineare.

Chibchacùn dio dell'acqua e del fuoco, era stato un alleato dei Muisca, ma poi li tradì producendo una inondazione (il diluvio universale?) che quasi li uccise tutti, e furono salvati dall'intervento del Grande Vecchio Bochica detto il padre civilizzatore che aprì lo sfogo della cascata del Tequendama vicino a Bocatà. 
Ecco lo straordinario evento (questo è raffigurato però da J.A. Casas Ochoa, come copertina del libro di J.Campo Lòpez sui miti e le leggende bogotane):

In quell'occasione apparve Cuchavira, l'arcobaleno, con tutti i colori dell'arco Iris, e benefico Dio della fecondità, e degli animali sacri, come il serpente (che è simbolo anche della fertilità), la rana e il rospo, importanti alimenti del sole, e gli uccelli. Eccolo in un disegno di Acuña:

Bochica, l'Eroe civilizzatore, inoltre insegnò i principali simboli, i princìpi morali e spirituali, le arti, e il lavoro produttivo:


Sicché il sommo sacerdote (xeque) Idacansas poté farsi intermediario tra gli dèi e gli uomini, ebbe il dono della divinazione, divenendo anche il guardiano della trasmissione delle tradizioni, e fu il saggio che fece sapere agli spagnoli tutto quello che ancor oggi noi possiamo sapere sulla mitologia chibcha (e muisca e bogotana).
Sullo sfondo una ricostruzione della città sacra Sugamuxi.

Ho voluto dedicare questo post al popolo Muisca sconfitto, soggiogato ed estinto, come tributo dovuto alla sua memoria; e le immagini di Acuña forse sono un buon tramite per farci accogliere attraverso il suo anche il loro mondo fantastico.

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