venerdì 1 marzo 2013

SL (2) Kurunegala e Anuradhapura


venerdì 8 febbraio 2013;   inizia il giro in strada verso l'interno (su per colline e montagne)


Si parte al mattino presto. A quell'ora ci si risveglia man mano che i vari uccelli hanno ripreso a fare i loro cinguettii, e si sentono i  richiami e i suoni dei venditori ambulanti, in particolare il carrettino del panettiere, che ha una sua caratteristica musichetta. 

Dopo abbondante breakfast a base di frutta fresca tropicale (maturata sugli alberi al sole, ha tutt'un'altro sapore rispetto a quella che viene raccolta acerba e maturata nei contenitori durante il suo viaggio verso i nostri paesi...),  ananas, papaia, mango, e fette tostate con marmellata locale di guaiava, e ottimo yogurt, salutiamo Judith con un arrivederci, quindi arrivano Amal, che pure ci saluta (e a cui a questo punto lasciamo in deposito gli incredibili, pesanti, assurdi e ingombranti vestiti che avevamo fino all'altroieri mattina appena arrivati: scarpe, calze, maglietta da sotto, camicia a maniche lunghe, golf di lana!, ... ), col suo fratello minore, il simpatico Kennedy, che guiderà tutte le prossime due settimane, e poi ci lascerà a riposare al mare per l'ultima settimana. 
Passiamo accanto alla nuova autostrada per Colombo in fase di ultimazione, l'impegno è di inaugurarla il giorno del compleanno del Presidente.
K. ci fa notare che in tutti i piccoli centri che attraversiamo c'è una torre con orologio in una rotonda, che furono messe anni fa per abituare chi va al lavoro a regolarsi sull'orario esatto e evitare di arrivare in ritardo; prima, quando pochissimi avevano un orologio, ci si regolava sulla luce solare, ma era molto approssimativo come riferimento, mentre in un contesto di modernizzazione, i tempi devono essere scanditi in modo uniforme e regolare.
Le cittadine e i borghi sono un misto tra contesto campagnolo e urbanizzato, tutti hanno un giardino con un orto o delle piante, per cui c'è comunque molto verde ovunque, e le abitazioni sono casette di legno e argilla con solo il piano terra, o al più un piano rialzato. Il numero di negozi è pareggiato o superato dal numero di bancarelle. Molto diffusa è la coltura del riso, di varie qualità, anche se ora è in diminuzione. Sia le canne di bamboo che le palme da cocco sono utilizzate anche come legno da costruzione, e  sulla costa per le barche, le grandi foglie  servono soprattutto per i tetti, e per dar da mangiare agli elefanti, e inoltre delle noci di cocco si utilizza tutto, anche quella parte pelosa, o "paglia", per riempire i materassi, e i cuscini, è molto diffuso pressarle per farne dei "mattoni" in fibra, ottimi per le fondamenta delle casette di legno, perché assorbono bene l'umidità.


 E poi si utilizzano i gusci negli orti, o per fare da vasetti o tazze, o da riparo alle piantine, o per gli innesti, o per attizzare il fuoco nel focolare e fare brace per cucinare il pesce o la carne o le verdure.
Le piantine piccole di bamboo si possono mangiare a fettine, e se bollite molto, sono tenere.
Vediamo che lungo la strada ci sono attività di artigianato, e piccole fabbrichette per la trasformazione dei prodotti alimentari e agricoli, ci sono anche alcune rare macchine per la raccolta del riso. Kennedy ci dice che c'è un modello recente di queste per raccogliere e mondare il riso, dalla forma simile ad una trebbiatrice, che hanno denominato "Tsunami"...
Ad una fermata dei pullman vedo una scritta: "stiks no bills", cioè preparate "monete non banconote", evidentemente rivolta a chi sta aspettando la corriera.

Vediamo vari boschi o proprio foreste di tek, noto per la sua durezza, da cui si fanno mobili e pavimenti, e alberi di mògano con la parte interna centrale tendente ad un giallo intenso, con cui pure si fanno bei mobili.
Ci sono pure molti alberi jack tree,  detto anche albero del pane, il cui grosso frutto è ricco di vitamine;
e diffusissimo è poi il rain tree, l'albero dorato della pioggia, le cui foglie e fiori vengono mangiate dai bovini, detto anche albero della vita, e come tale assunto a simbolo.

Si passano anche diversi tempietti e dàgoba (cioè stupa di varie dimensioni), che sono ad anelli o còrdoli concentrici, per simboleggiare la vita del Buddha fino al risveglio e alla illuminazione (la punta verso l'alto).
I monaci con la toga gialla e arancione stanno nei templi e lavorano, insegnano, ecc., mentre quelli con la toga marrone sono dèditi alla meditazione introspettiva, vivono chiedendo l'elemosina, e dormono in luoghi appartati e isolati nei boschi, o in una capanna di terra cotta e paglia, e durante il periodo intenso dei monsoni prendono rifugio nei monasteri. Stanno ore in silenzio ad occhi chiusi, e non è facile vederli se non quando girano per l'elemosina.
Più che altro ne vediamo con la toga rossa o bordeaux.

Nel corso della sua storia lo Sri Lanka ha avuto cinque o sei capitali, stasera arriveremo alla più famosa che è l'antica Anuràdhapùra. Anche ai nostri giorni la nuova sede del governo, del parlamento, e delle istituzioni centrali dello stato, la cui denominazione ufficiale è Repubblica Socialista Democratica di Sri Lanka, è stata trasferita dal centro di Colombo, dove c'erano gli uffici amministrativi della colonia britannica, ad una zona esterna del suo hinterland, Sri Jayewardanapura, vicino a Kotte (120 mila ab.), che fu una delle capitali del regno singalese nel passato, quella conosciuta anche dai geografi greci come Taprobane. (Anche in Birmania avevo notato che nella sua storia, ad ogni cambiamento di dinastia regnante era stata costruita una nuova capitale.) Attualmente il Presidente Rajapaksa è al suo secondo e ultimo mandato, ed è molto impegnato, da quel che si vede, nel settore delle infrastrutture.
Dalla fine della guerra civile l'esercito è utilizzato in opere pubbliche, per cui i soldati contribuiscono a costruire ad esempio strade, ponti, case, dighe, riparano i danni di guerra e dello tsunami, e contribuiscono così in modo sostanziale all'attuale forte sviluppo dell'economia.
Ad esempio la coltivazione nelle risaie era quasi scomparsa al nord durante la guerra, dato che la gente che era rimasta nel territorio si era rifugiata in luoghi riparati, nei boschi o nelle zone montagnose, o era emigrata a sud. Per cui dopo la pluridecennale guerra interna, nella fascia prossima alla linea del fronte oramai la giungla aveva ricoperto strade, e case abbandonate e anche terreni coltivati e risaie, facendo ritornare il territorio ad una condizione selvaggia. E' stato complesso e duro il lavoro di recupero e rivitalizzazione della zona e ripristino delle strutture e infrastrutture. Ma ora si sta riprendendo anche la produzione agro alimentare nelle zone a maggioranza tamil.

Vediamo che le donne hanno dei bei capelli lunghi e folti, che sono noti per essere grossi, forti e resistenti; li raccolgono dietro la schiena, a volte in treccia. Se fanno un voto allora se li tagliano e i monasteri li rivendono per la fabbricazione di parrucche e tupé per l'esportazione. Per le parrucche sono richiesti anche i capelli bianchi (quindi anche le donne anziane possono vendere i propri) per poi colorarli più facilmente.



Dopo un tratto sulla A1, prendiamo la A6 (quella che finisce a Trincomalee sull'altra costa), e facciamo un sosta a Kurunegala, presso la sede nel villaggio di Wanduragala, della "Selyn Exporters". E' una sosta interessante (oltre che per sgranchirsi le gambe), perché è una delle prime iniziative artigianali di commercio internazionale e interno su basi di reciprocità, è una fair-trade company, cioè una azienda  che pratica gli scopi del commercio equo. Si tratta di handloom weavers, cioè di produttrici artigianali che fanno tessuti (woven) a mano con telai tradizionali di legno. Sono un migliaio di membri (quasi tutte donne) che lavorano il cotone locale, garantendo che sia 100% pure cotton. Fondata nel 1991 la Selyn si propone di rivitalizzare lo sri lankan heritage, le tradizioni locali, per farne beneficiare i lavoratori rurali e dei villaggi. Ma intende promuovere così uno sviluppo sostenibile, cioè che mantenga lo stile di vita cui queste persone sono abituate, senza stravolgerlo come accade con l'industria moderna.
Un manifesto ritrae un lavoratore, un certo Wedahenalage Karunadasa, che sta studiando per migliorare la sua professionalità, con sotto la scritta: "the skill of his hand lights up your home..." (le sue abilità manuali illuminano la vostra casa). Visitiamo l'atelier di produzione in cui vediamo delle donne intente nella loro opera, ma senza evidenti gran pressioni nei ritmi di lavoro.

A parte tutto hanno dei prodotti bellissimi, con meravigliosi accostamenti di colori vivaci. Ora che l'iniziativa sta andando bene (ci sono showrooms, negozi, a Colombo e a Kandy), hanno aperto vari laboratòri per insegnare a perseguire questo modello anche nelle province nordoccidentali e orientali del Paese (workshops in villages in the rural outskirts), condotte da persone che per età o altre ragioni non riescono più a continuare a lavorare con orari lunghi, che possono addestrare, e insegnare ad altri, e questo in particolare nel settore della risicoltura.  Una "paddy cultivation" è una parcella di terreno inondato, di terra arabile usata per crescere il riso e gli altri raccolti semiacquatici, con modalità che sono una caratteristica tipica dell' agricoltura tradizionale dello Sri Lanka. Con ciò si vorrebbe sostituire al modello "headquarter-based" tipico dello sviluppo industriale moderno, cioè basato su un centro produttivo staccato dalla vita dei villaggi, in un modello "rural entrepreneurial" che renda in grado gli agricoltori e gli artigiani rurali di divenire autosufficienti. Per cui questi esperti anziani stimolano e guidano la formazione di capacità imprenditoriali in questo senso, perché diano vita a microimprese. Sono già più di una decina questo tipo di laboratori in attività.
"From where we are looking the sky is the limit", cioè "Dal nostro punto di vista è il cielo il nostro solo limite".
Comperiamo varie cose (da una bella camicia, a borse, a quaderni di carta riciclata copertinati in stoffa, ... per un totale di 17 €uro).

Lasciamo questo opificio in mezzo alla campagna, e continuiamo per la A10 sino a Padeniya, poi giriamo a destra sulla A28 che è nuovissima, terminata nel 2012. Ci fermiamo a pranzo lungo la strada ad un buffet con una bella vista sul lago Rajangana, "The Cadjan restaurant" dove mangiamo benissimo (4 lunch e bibite, tot. 5500 Rs =32 € cioè 8€ a testa).

ANURADHAPURA
Giunti finalmente ad Anuràdha-pura, ci fermiamo nell'antico centro del buddismo singalese, il luogo sacro tra il lago Tissa Wewa e il bacino Basawak kulam, in cui c'è lo Sri Maha Bòdhiya, cioè dove è stato trapiantato nel terzo secolo a.C., dal re Tissa, il primo sovrano buddhista di Ceylon, un pollone germogliato dall' ashvattha, o albero Bo, o Bodhi, ficus religiosa, sito vicino al villaggio indiano di Bodhgayà sotto la cui protezione Siddhartha Gautama meditò immobile per sette settimane e raggiunse la illuminazione, ovvero il paranirvana, lo stato di Buddha realizzato nel 528 a.C.
La talea fu portata qui da una monaca buddhista, che era la figlia del grande imperatore dell'India, Ashoka. Attorno ad esso fu poi eretto nel 1700 un muro di protezione, e quindi non si può avvicinarsi abbastanza per toccare il grande albero più che bimillenario che ne è derivato, e che è in parte sostenuto da supporti. Anche chi non sia né ammiratore del Buddha, né senta la spiritualità del luogo, sarà comunque incantato nell'ammirare un albero che è là da tempi così antichi.
Poco dopo il nostro arrivo, entra una processione di donne vestite di bianco, con due tamburini d'accompagnamento, e una bandiera della pace lunghissima che srotolano compiendo il giro attorno al sacro albero. Ma anche varia altra gente intanto sopraggiunge con offerte di petali di loto, e di water lily, il giglio d'acqua dolce. Certe persone intanto sono intente in meditazione e orazione, e anche restano a lungo in genuflessione.
Non mancano scimmie che smangiucchiano i fiori.









Intanto siamo sotto ad un attacco di ultravioletti per cui, anche se non c'è il sole, o va e viene dietro alle nuvole (per cui non ho messo la crema solare = errore!), vedo che sto diventando sempre più rosso... e ustionato.

E' sempre imbarazzante per me osservare con rispetto, cercando di non disturbare con la sola presenza,  la devozione di altri verso qualcosa che stentiamo a comprendere, e sempre cerco di sforzarmi ad immedesimarmi nei loro sentimenti ma mi riesce difficile, tanto più quando si tratta di una concezione popolare della religiosità e dei valori delle ritualità e delle cerimonie ... (è un problema mio), e allora penso che cosa sarei diventato io stesso se fossi cresciuto immerso in questo clima culturale, storico e sociale, in queste tradizioni, in questa mentalità, con queste credenze... e questo mi aiuta nella comprensione...
Per quanto, ... proprio l'idea che mi sono formato attraverso certe letture, di grande ammirazione verso il del messaggio di Buddha, paradossalmente mi rinforza invece nei miei pregiudizi nei confronti di queste forme di adorazione ...




All'ingresso-uscita dai templi c'è sempre una cosiddetta "pietra di luna", che non ha nulla a che vedere con la gemma pure tipica dell'isola, ma è un elemento architettonico specifico dell'arte singalese. Lo ritroveremo anche in altre tappe del nostro giro dell'isola. Si tratta di una decorazione in pietra posta in terra dinnanzi agli ingressi o all'inizio di scale, che è a forma di semicerchio, o mezzaluna, cesellata a cerchi concentrici, e simboleggia il percorso del vivente, dalla condizione selvaggia (le fiamme dell'anello esterno) sino alla illuminazione spirituale (il fior-di-loto al centro). Sono presenti varie figure di animali, e tutto ha un significato simbolico. L'elefante per rappresentare la nascita, il cavallo per il dolore, il leone per il deperimento, il toro per la morte. Tutto ciò per affermare che la vita va affrontata senza paura. Gli steli senza fiori, rappresentano la condizione umana lontana dalla liberazione spirituale, mentre le oche col fiordiloto in bocca, simboleggiano chi raggiunge l'illuminazione.


Poi ci spostiamo per vedere la Dakkhina dagoba, per un sentiero a destra, dove c'era il luogo di riunione del sangha, della prima comunità buddhista, ma che ora è molto diroccato e consunto. Poi ci rechiamo all'affascinante tempio rupestre, Isurumuni gala Vihara, intagliato nella roccia ai tempi di re Tissa nel terzo sec. av.C., che è probabilmente il tempio, o santuario più antico della zona cosiddetta del triangolo culturale singalese, dove ci sono stupendi bassorilievi, raffiguranti elefanti, un cavaliere a riposo con dietro il suo destriero (the man and the horse), dei nani (gana), la mithuna, ovvero una coppia di amanti (Isurumuniya Lovers). Nel tempio c'è una statua del Buddha ben conservata, e affreschi meno antichi che raffigurano scene dei primissimi tempi del buddhismo singalese 23 secoli fa. (ingresso 200 Rs a testa). Nella vicina grande fessura nella roccia ci sono centinaia di pipistrelli. Ci arrampichiamo sul terrazzino in cima. Il luogo esercita indubbiamente un grande fascino.







pipistrelli



con il nostro amico Kennedy Herby

Passeggiamo nell'antico parco reale, lungo un sentiero verso il lago, e qui ci sono grotte (usate come celle dei monaci) e anfratti riparati, in cui anche in  giornate di pioggia monsonica i monaci potevano soffermarsi in meditazione, poi ci sono le vasche o bacini in pietra in cui il re e la corte si intrattenevano al fresco, il luogo è ameno, e oltre a noi quattro, non c'è nessuno(!).
Marco


L'area del parco è piena di animali, uccellini, pappagallini, ibis, uccelli grandi, mucche, cani, farfalle, libellule, scimmie, eccetera.



Andiamo sull'argine del lago, sulla superficie dell'acqua ci sono molte ninfee con le foglie impermeabili,  su cui le gocce sembrano come perle al sole.


e da qui guardiamo altri templi e stupa da lontano, e poi il tramonto e qualche pescatore.



Alla sera andiamo in albergo, un alloggio vecchiotto (che perciò mi piace) di medio livello, diciamo tipo 3 stelle, (http://www.hotelrandiya.com/gallery.html), dove ceniamo, e ci soffermiamo a chiacchierare e a parlare via skype con i ragazzi a casa.


1 commento:

  1. Leggere questo post mi ha fatto completamente immergere in questo mondo così diverso dal nostro! Leggendo e vedendo le foto è come essere lì ..bel post! :)
    Federico
    lavaligiasottosopra.blogspot.it

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