giovedì 17 settembre 2015

§. 9 - Burgos 3

2 settembre mercoledì

Al mattino andiamo di nuovo in plaza Mayor a fare il desayuno, e poi in una panaderia-pasteleria per prendere qualcosa da portare a Ghila. Quindi andiamo verso plaza Santa Maria per visitare la cattedrale che è stata dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'Umanità.  
Lungo la stradina in leggera salita vediamo prima una poi un'altra caminante che cerca un luogo di sosta e in effetti poco più avanti c'è un "Albergue" (che equivale ad ostello) de peregrinos municipale in un palazzo molto bello.

Vediamo un altro "Hospital" intitolato anche a santa Caterina da Siena protettrice dei poveri e di chi vive in strada

 Altre volte abbiamo visto posti belli offerti ai pellegrini a tariffe specialmente basse, sia per dormire che per mangiare. Anche in questa via ce n'è uno ad esempio


A metà della strada che sale c'è una piazzetta dei castagni che permette di osservare da vicino dei muri con istoriazioni in alto che qui sono ad altezza occhi e si può stare ad osservarli bene con calma da vicino e apprezzarli.

Più avanti nella calle Fernàn Gonzalez si passa vicino al retro sinistro della cattedrale nei pressi dell'abside

consiglio questo percorso proprio per l'opportunità di ammirare questi capolavori di squisita finezza

Intanto alla spicciolata ma continuamente senza sosta passano persone in cammino per Santiago

Da queste parti inoltre sbirciando in un portone vedo una scena di una volta, che mi riporta indietro di trent'anni, una sede della UJCE, della gioventù comunista di Castiglia e Leon, aderente alla Sinistra Unita (IU =Izquierda Unida)… e si sente dalle voci che nella sala oltre la porta ci devono essere giovani riuniti in appassionanti urgenti dibattiti


Fa un po' freddino, c'è un venticello che ci ricorda che qui siamo sì in pianura ma a 856 m. sul l.d.m. quindi più in alto del paese dove siamo soliti andare in montagna…

mentre aspettiamo Paola
Ci incontriamo con una giovane simpatica burgalesa, Paola, che Ghila aveva contattato attraverso CouchSurfing, e andiamo a pranzo con lei alla Mesòn La cueva, in una stradina in salita, di fronte alla facciata della cattedrale. Un ottimo pasto completo per 14€ a testa tutto compreso, con una menestra de verduras y legumbres, e qualcos'altro che ora non ricordo più. Comunque ci rifiutiamo di assaggiare un altro piatto tipico burgalés  cioè le morcillas…. (=sanguinaccio), bleah!


Poi lei ci porta con la sua auto sulla collina del castillo. Da qui si gode una vista molto ampia della città (178mila abitanti) e anche delle campagne attorno e dei monti lontani all'orizzonte. Si intravedono il grande monastero de las Huelgas e la chiesa gotica di Miraflores. 

Dopodiché visitiamo la imponente cattedrale che è grande, composita, e ricchissima di magnificenze, dal coro, ai bassorilievi, ai quadri, all'abside, al chiostro …
l'abside vista da dietro 


Sulla facciata campeggia una stella di Davide, che è la intersezione di due triangoli equilateri, simbolo della natura contestualmente divina e umana di Cristo.

In seguito torniamo nel centro moderno e sbirciamo nel locale dove si conservano i grandi pupazzi per le cerimonie e le sfilate sia nel giorno dei re magi che in altre occasioni. Ci sono tutti i personaggi delle leggende e della storia della città (compresi i mori e gli indios).

Poi passeggiamo sul bel lungofiume 

finché vediamo che c'è una bella mostra fotografica sul camino di Santiago, che come è evidente costituisce una presenza importante nella vita e nei commerci della città (si consideri che se nel 1986 i caminantes erano stati circa 2500, nel 2000 furono 55mila, e poi nel 2006 centomila, infine nel 2014 i sono stati 237mila!).





Ma Burgos non è che a poco più di un terzo del camino (considerando il territorio spagnolo) e la strada da qui a Santiago è ancora lunga… ma basta seguire la conchiglia


In uno dei numerosi negozi di souvenirs compriamo una conchiglia di san Giacomo, ovvero un pectén  jacobaeus un pettine giacobeo, una capa santa, di quelle con su il simbolo dell'Ordine Giacobeo della spada, nato per proteggere viandanti e merci lungo i sentieri del camino. Ordine militare -fondato nel 1171- assai ristretto di nobili cavalieri in cui era difficile venire ammessi.
D'altronde San Giacomo veniva venerato a quei tempi anche per aver "assistito" spiritualmente i combattenti della Reconquista, ed era diffusa una versione  del santo come guerriero.
Sant' Iago el matamoros (l'ammazza Mori, cioè lo sterminatore degli infedeli mussulmani)

Ad es. Diego Velazquez si faceva vanto di appartenervi ritraendosi in un famoso autoritratto in cui esibisce il simbolo dell'Ordine della spada di Santiago.

Forse alcune ironiche allusioni allo spirito oramai desueto di tipo cavalleresco che faceva Cervantes  mentre raccontava di due famosi viandanti, che si credevano essere cavalieri erranti, alludevano anche a questo…

Comunque qui non solo i negozi di souvenirs e quelli specifici rivolti ai caminantes, ma anche diversi altri rivelano sempre una attenzione a chi percorre per i più disparati motivi e con i più diversi sentimenti la via per Santiago. Oltre che un pellegrinaggio, essa è per chiunque una occasione di raccoglimento interiore durante la via (e anche di socializzazione soprattutto nelle soste). Abbiamo visto persone riencontrarsi casualmente e farsi grandi abbracci sinceri come avessero ritrovato un grande amico che pensavano di aver perso lungo il cammino.

Si tratta di una moltitudine di viandanti che si sono messi in cammino alcuni come pellegrini per motivazioni esclusivamente religiose (centomila nel 2014), altri dichiarano motivazioni sia culturali che religiose (120 mila), e 16500 solo per motivi definiti genericamente di ordine culturale. Ma anche tra i primi, ci sono anche protestanti, o di chiese riformate, o spiritualisti, o di altra religione.
Ce ne si può fare una idea con alcuni libri o film. Per una visione assai particolare si veda il famoso film surrealista di Buñuel "La via lattea" del 1968/69, che racconta di una serie di incontri con eresie e interpretazioni diverse; un po' con questo obbiettivo c'è un libro con quello stesso titolo, di P.Oddifreddi e S.Valzania (con la partecipazione di Franco Cardini), La Via Lattea, TEA, 2013, sulle discussioni svoltesi durante il percorso nel 2008, riferite in diretta su Radio3. Mentre per una visione più leggera si veda ad es. "The Way" di Emilio Estevez, del 2010 (trad. it. "Il cammino per Santiago"); inoltre per rendersi conto della pluralità e varietà dei partecipanti si veda il documentario della regista Lydia Smith "Walking the Camino" (trad. in italiano "Sei vie per Santiago" del 2013, vedi http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/18/sei-vie-per-santiago-in-un-film-le-storie-dei-900-chilometri-dei-pellegrini-del-duemila/1785333/ e anche http://www.touringclub.it/ notizie-di-viaggio/sei-vie-per-santiago-il-nuovo-documentario-sul-cammino), e in francese: "Saint Jacques ... La Mecque" della regista Coline Serreau del 2007; e in spagnolo "Tres en el camino" di Boulting, del 2004.

Anche le librerie sono piene di libri sul camino
c'è da scegliere un po' per tutti i gusti e le età
i piccoli intraprendenti leggono libri

Tra i moltissimi libri sono famosi quello di Paulo Coelho, del 1987 (trad.it. da Bompiani), di orientamento un po' alla NewAge, per il quale il compiere il percorso fu una esperienza trasformativa che gli fece scrivere il diario (il suo primo libro) per descriverne le modalità e i contenuti per lui importanti;


 e quello (anch'esso molto controverso) di Shirley MacLane  (trad. it. da Sperling&Kupfer), con le sue originali riflessioni del 1994 di quando a 60 anni andò fino a Santiago;


entrambi scritti dopo aver compiuto personalmente l'esperienza di farsi a piedi tutto il percorso. Ma a parte questi due testi, come dicevo molto particolari, ve ne sono una gran quantità tale da perdersi in un mare di titoli, rispondenti alle più varie impostazioni religiose, spirituali, e culturali. D'altronde c'è un famoso motto che recita: "è il cammino a fare i pellegrini".

L' amico Carlo Signorini a proposito del suo ingresso in Burgos e poi nella grandiosa cattedrale, scriveva nel suo già citato Diario di viaggio: "Personalmente amo il sobrio, il semplice, il povero, l'essenziale delle piccole sperdute chiesette romaniche, in modo particolare quelle edificate lungo il Cammino delle Stelle dai cavalieri Templari." (p.64).

A parte la via per Santiago e Finisterre, quel motto si può adattare per qualsiasi percorso, o sentiero spirituale e di crescita o maturazione personale: a ognuno il suo cammino dunque, purché lo si percepisca valido con i propri sentimenti e con le proprie emozioni (per parafrasare don Juan), oltre che passando per i ragionamenti. Personalmente ne ho fatto cenno in varie mie riflessioni come per es. nel mio scritto del 2011 intitolato "Non c'è una via, il cammino si fa nell'andare" pubblicato in "Ermeneutica dell'educazione" a cura di Anita Gramigna e mia (edizioni Unicopli, Milano 2012, pagg. 39-66). Il titolo è una citazione dal poeta Machado, nei suoi "cantares" raccolti in "Campos de Castilla" del 1912 (dove dice "camminante no hay camino / se hace camino al andar", frase poi resa popolare dal cantante catalano Joan Manoel Serrat, nel suo secondo album di canzoni del 1969.


Per tornare ora alla nostra vacanzina, subito dopo attraversiamo la bella e monumentale Porta o Arco de Santa Maria, con i suoi affreschi e le sue statue, che segnava l'ingresso trionfale in città attraverso le mura:

 e facciamo un ultimo giro per il casco historico, ma poi ci arrendiamo al fatto di essere stanchi e rientriamo in albergo


Alla sera tardi, torniamo nel posto di cucina italiana, e poi andiamo a letto finalmente.

[prosegue]
http://viaggiareperculture.blogspot.it/2015/09/la-cantabria-1.html

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