giovedì 17 ottobre 2013

Bali 12 (Padangbai )

(continua) DODICESIMO GIORNO, domenica 15
Si parte, continua il viaggio (il trasporto con lo shuttle è incluso nell'acquisto del biglietto della fast boat per le Gili, agenzia Padma in jl.Kajeng 13). Usciamo dall'area di Ubud,



poi attraversiamo pezzi di foresta, intravediamo cerimonie appena concluse (data l'ora).


Una in un paese sembrava proprio la riunione di tutto quanto quel paese, forse più il parentadi di ciascuno... almeno a giudicare dalle migliaia di persone e soprattutto migliaia di moto, motorini e scooter posteggiati nei prati, più tantissime auto e mezzi vari.


E' comunque interessante guardare dal finestrino.

Il percorso che facciamo è Ubud, Bedulu, Gianyar, Klungkung, Kusamba, Padangbai. 
Nonostante il traffico della domenica, arriviamo in un'ora e mezza. Siamo nella reggenza di Karangasem (cioè Bali-est).

PADANGBAI  (o Padang Bay)
Eccoci qui, ci fermeremo per tre giorni. Il nostro albergo è pochi metri più in là della fermata dei veicoli.  E' un resort ed ha anche una scuola di diving e scuba, quindi ha la piscina, ed è sul lungo spiaggia. Abbiamo riservato una bella camera grande (con 4 letti) e il bagno chiuso, al pianoterra con veranda,  e inclusa la prima colazione: 17€ a notte a testa. In realtà avrebbe addirittura due bagni, ma uno non funziona.

Questo è un paesino con tantissime barche a doppio bilanciere sulla spiaggia. Un molo, e un modesto mercatino. Alcuni pochi alberghetti e alcuni ristorantini. Anche qui c'è gente che è da poco stata ad una cerimonia appena terminata.

il molo dei traghetti



C'è una atmosfera che richiama vagamente un po' l'oriente degli anni settanta. 
Più che altro qui c'è un gran viavai di traghetti e barche per le isole Gili o per le altre isole minori della Sonda che si susseguono verso est. Ne arrivano di continuo e pure ne partono di continuo, almeno fino alle 16. Di solito la gente non si ferma neanche, se non per uno spuntino.
Piove. Bagnati ci rifugiamo in una bancarella con una tettoia. Intanto che aspettiamo che spiova vado a informarmi all'ufficio della compagnia di lance veloci di cui abbiamo il voucher (la "Sea Marlin Cruiser"). Ma è tutto un bel po' incasinato per l'andirivieni. Chiedo a una poi a un altro, ma non capisco bene le risposte che sono vaghe e pronunciate male. Un ragazzo mi dice che è difficile per lui spiegarmi dov'è in inglese in modo che io capisca, ed è vero, per cui mi fa segno di andare con lui che mi accompagna con la sua moto. Così sotto la pioggia salgo dietro e lui via che va. In effetti era un po' lontanuccio e bisognava fare un certo giro. E poi non avrei mai riconosciuto il posto come un ufficio. Tutti e tre mi avevano detto, tu chiedi di papa George, è lui che se ne occupa. In definitiva, lui ha una piccola trattoria e lo trovi lì, per cui non c'è una insegna della compagnia di navigazione, ma solo quella con i menù. Ma lui ora è nel retro che si occupa della cucina e non ha tempo in questo momento, per cui mi affida al figlio. Questo capisce benissimo la mia richiesta e segna su una lavagnetta che mercoledì ci vengono a prendere, poi scrive sul voucher che il biglietto è confermato e pagato. 
Torno e ritrovo annalisa e ghila a quella bancarella, sta per smettere di piovere. Andiamo a pranzo alle 2 e mezza al ristorante dell'hotel "Puri Rai", che da sul mare. Mangiamo proprio bene e abbondante: pollo all'arancia, pesce alla griglia e un club sandwich vegetariano, più bibite e un litro d'acqua, e spendiamo 3€ a testa, bere e tasse comprese.
Restiamo lì a lungo, dato che c'è il wi-fi e che fuori ha ripreso a piovere. 
Entra una che mi vorrebbe vendere della paccottiglia ma non mi va di comprare nulla di quelle cose, ma le do una banconota da duemila rupie solo perché mi chiede di aiutarla a proseguire gli studi; è molto contenta e se ne va con un gran sorriso. Poi ci avvicina un uomo anziano che ci fa un po' pena per come parla quasi sottovoce, gli compriamo una scatolina di legno, ma poi non riusciamo più a liberarcene.
La gente si passa il tempo a chiacchierare su certe piattaforme di legno con tettoia che ci sono lungo la spiaggia e che sono dei punti di ritrovo come da noi i bar.


Per dire ciao andandosene non c'è un vocabolo specifico in balinese, mentre in bahasa-indonesia dicono da-dà, in balinese andandosene si dice grazie. Arrivando si dice in b.i. salàt (che equivale a salam).
Gironzoliamo da un lato all'altro del golfetto, è ancora un posto semplice, è un po' tutto spontaneistico. Per cena poi ritorniamo al Puri Rai, anche se ci sono altri posti carini in cui andremo nei prossimi giorni.

TREDICESIMO GIORNO; lunedì 16 (snorkeling)

Chiacchiero un po' con Giovanni e con Alèna, i gestori del nostro albergo "Beach bungalow resort" (lui è italiano e organizza la scuola di sub mentre lei è bielorussa e tiene l'amministrazione). Poi alle 10 andiamo da un barcaiolo e combiniamo di uscire in mare. Andiamo su una di quelle barche tipiche di qui, a bilancere doppio sostenuto da due vere e proprie braccia ricurve.

Appena usciti dal golfetto dove l'acqua è increspata da onde comuni, subito le onde e la corrente si fanno molto più forti e si balla sbattendo su e giù la prua, per cui bisogna ben tenersi forte. Il mare ha colori magnifici ed è trasparente anche se un po' mosso. Sorpassiamo Blue Lagoon e puntiamo verso Tenjung Jepun dove ci fermiamo. Qui ci sono una quantità incredibile di pesci di varie forme e colori.




Il barcaiolo aveva portato dei pezzettini di pane stipati in una bottiglietta, e appena tiro fuori qualche boccone e ne sentono l'odore, i pesci accorrono per accaparrarselo. Ma dopo poco tempo constato che è oramai sufficiente che mi vedano con la bottiglietta in mano, e si precipitano a becchettare dove è avvitato il tappo. Per cui non c'è più nemmeno bisogno di consumare tutto il contenuto per avere decine di pesci vicinissimi davanti alla maschera.
 Sostiamo a lungo e poi risaliamo per fermarci in vista della blue lagoon, dove anche qui nei pressi della cintura corallina ci sono numerosi branchi di centinaia di pesci di diverse dimensioni, tutti colorati, a strisce, o uniformi. E' uno spettacolo incantevole.

per darvi una idea devo ricorrere a internet perché non ho l'attrezzatura per fare foto sottacqua





Dopo quasi due ore di questo bellissimo intrattenimento, torniamo alla nostra spiaggia contenti.
C'è la moglie del barcaiolo e ci sono pure due delle loro tre bimbe, con due compagnucce di scuola che giocano e cantano canzoncine.
Ci accorgiamo che siamo un po' stanchi per il forte sole, il vento, i riflessi dell'acqua.
Pranziamo tardi nel nostro stesso albergo. Prendo una ottima potato soup densa e calda. Poi vado a fare una passeggiata verso la salita della collina, dove vedo che ci sono vecchi templi. In seguito mi diranno che Silayukti temple è il 4° più antico di Bali, ha mille anni. Arriva gente vestita di bianco per portare delle offerte.


Nel tardo pome verso le 5 andiamo a farci fare dei massaggi nella bella spa dell'albergo, il solito balinese full body di un'ora (9€), e io invece faccio quello con le pietre calde, che dura un'ora e mezza (16€). Bella esperienza... certo che con quei sassi in mano, altro che pollice di ferro o gomito spigoloso ...! alla fine sono sfiancato (penso che non lo farò mai più lo  hot stone massage...).
Quando si da una carta di credito per pagare, sempre ti chiedono: "dyu happy namba?" , o detto meglio: "d' you hape pinnamba?", che cioè significherebbe: "do you have a pin number?"
Alla sera per cena andiamo al "Topi Inn" (in fondo a sinistra sul lungomare jl. Silayukti), dato che là stasera c'è live music, cioè un tizio con chitarra che suona musiche e canzoni degli anni sessanta/settanta. Qui ci sono anche accomodations a buon prezzo, circa 8€ per la doppia. C'è pure un negozietto-laboratorio di gioiellini. L'ambiente è carino e l'edificio in legno è bello. Prendiamo: una ratatouille, un piatto di zucchini saltati all'aglio molto buoni e abbondanti, due piatti di formaggio brie e crakers, uno yogurt un una grande coppa, due bottiglie d'acqua. Spendiamo 13€ in tre (qui tutto è più a buon prezzo che a Ubud -e moolto più a buon prezzo che a Legian...).


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