venerdì 25 ottobre 2013

Bali 21 (Kalibukbuk)

sèguito del 20° giorno, lunedì 23 pomeriggio
Arriviamo a Kalibukbuk, un paesino che si affaccia sulla grande Lovina beach. L'albergo a cui avevamo telefonato ha un bel giardino tropicale, ma il giardino su cui danno le camere è chiuso e riparato, quindi soffocante per il gran caldo, e non arriva la brezza, e poi è un po' troppo lontano dalla spiaggia (con questo sole...). Ci dispiace ma non lo prendiamo. Andiamo a chiedere da un altro. Il Bayu Kartika Beach Resort cui pure avevo mandato mail e provato a telefonare, è qui a fianco, ma è chiuso, evidentemente già da un bel po' di tempo, e dunque il n. di tel. a cui qualcuno rispondeva è relativo ad un altro utente... chissà perché non ci dicevano "no, closed". Ma a soli 50 metri dalla spiaggia, e molto arieggiato, cioè il Rini hotel. Ha camere molto spaziose con mobili in bamboo e rattan, la camera che ci danno ha due gran lettoni matrimoniali, e un grande bagno (chiuso), c'è una lounging veranda, ventilatore e A/C, un bel giardino, la piscina, e se vuoi vengono a farti qui i massaggi; costa 400 cioè 26€ in tre, incluso il BF (cioè 8€ e mezzo a testa). Ci fermiamo per 4 notti.

Andiamo subito in spiaggia, dove c'è in questi giorni un festival, e quindi ci sono bancarelle, stands, negozietti, bar, ristoranti.

Ora stanno allestendo un teatrino sulla spiaggia. La spiaggia Lovina beach è grande, vi si affacciano 4 o 5 paesini; è stata chiamata così dalle iniziali di Love Indonesia.
Ritorniamo alla sera e assistiamo  uno spettacolo con dei musicisti tradizionali legong, che si sentono molto impegnati in questa esibizione.


In effetti sembra che siano convenuti qui tutti gli abitanti dei paesini d'intorno, e per noi in realtà anche loro sono parte dello spettacolo (molto seguito anche dai numerosissimi bambini). Una bella ragazza spiega anche in inglese il significato della prossima rappresentazione.


Poi inizia uno spettacolo teatrale Barong molto simile a quello che avevamo già visto,


 entra il leone-drago che rappresenta il Bene

ma qui è interessante guardare il pubblico, i piccoli e anche gli adulti partecipano molto agli eventi e sono attentissimi e entusiasti.
 entrano gli attori


Intanto c'è un bellissimo tramonto.


Il resto del festival è come una fiera di paese, con le bancarelle delle maschere tradizionali, e i grandi ventagli, o i circoli di gente che si affolla a crocchio per fare puntate in giochi d'azzardo più o meno illeciti.


Andiamo a cenare al "Bintang Bali", con musica live ma che non è proprio di gran livello .... Ordiniamo, ma dopo un'ora (=60 minuti) di attesa, ce ne andiamo, nonostante le loro proteste (dicono che entro pochi minuti sarà pronto...).
Ceniamo invece da "Astina", carino, con anche posti per sdraiarsi.

Torniamo in albergo e ghila si ferma a chiacchierare con una ragazza inglese.
La camera è effettivamente molto grande, in bagno purtroppo ci sono tante zanzare che si annidano negli asciugamani (vengono a spruzzare uno spray); l'aria condizionata non si riesce a regolare, è fissa sui 18°, mentre a noi di notte piace abbassare sui 27°, ma non meno, e alle 3 di notte ci risvegliamo congelati, per cui la spegniamo (ma l'indomani mi spiegherà come funziona quello strano remote control). Il personale è molto premuroso, e discreto.

21° GIORNO, martedì 24 sett. (Kalibukbuk)
Abbiamo le consuete incomprensioni al breakfast, forse per il fatto di aver detto io: "no butter on the toasts", e annalisa: "no butter (pausa) but fruit", e la ragazza deve aver capito: butter and fruit to toast (burro, e per brindare, frutta...) quindi ci porta burro e succhi di frutta da bere...
il posto della prima colazione di fianco alla piscina

Andiamo sulla spiaggia, che stamattina ci sembra di grana grossa e scura, insomma non invitante, anche l'acqua di conseguenza sembra marroncina. Comunque è tutta piena di barche dei pescatori, e fuori in mare è tutto pieno di grandi barconi e di yacht. Andando più in là verso destra invece l'acqua è bella trasparente e cristallina, ma vediamo che ci sono i tubi con gli scarichi del villaggio. Qui i contadini con il loro orto e la loro campagna, con le galline e i pulcini, si confondono con i pescatori e le loro reti e i motori delle barche da riparare.  Bruciano le sterpaglie, assieme anche ai sacchetti di plastica e a tutto quanto. All'ombra degli alberi si sente la bella arietta che c'è, e regna il silenzio. Il mare è piatto come l'olio.


la chioccia coi suoi pulcini

Certi pescano a pochi metri dalla spiaggia. Al rientro vediamo anche il tempio del villaggio, il Pura Desa, con i demoni a guardia dell'ingresso.



Anche qua (come nei dipinti di Klungkung) ci sono raffigurati il paradiso, e gli inferi.


Ritorniamo in albergo, il tizio mi fa vedere che sul telecomando ci sono solo due pulsanti: uno "too cool", e l'altro "too warm", che si riferiscono alla sensazione del cliente. Questi pulsanti erano forse stati concepiti per semplificare le cose e venire incontro alle esigenze dei turisti occidentali... che di solito non capiscono nulla e sempre hanno comunque qualcosa di cui lamentarsi per cose assurde (il che molte volte è vero). Mentre ad es. in questo caso noi eravamo portati spontaneamente a premere quello contrario, e così sbagliare comando e attribuire il malfunzionamento alla solita irrazionalità di come "loro" si "organizzano" in modi assurdi, per pura insipienza ... Insomma schiacciavamo "warm"... per alzare la temperatura del condizionatore di almeno dieci gradi...
Per il resto del tempo stiamo in albergo a causa del gran caldo.
Al lunch Ghi prende un sandwich che si chiama sandwich with tomatoes e altri ingredienti, ma chiede che lo facciano senza metterci pomodori, "is it possible?", e la ragazza risponde: "yes possible". Quando poi secondo la solita e ottima abitudine la cameriera fa il riassunto delle nostre tre ordinazioni, incomincia dicendo: "one sandwich with tomatoes", e Ghila: "but I told you without", e lei: "tomatoes?", Ghila: "yes tomatoes!", e lei: "so you want one sandwich with tomatoes"; Ghi: "no with out". A questo punto la ragazza è sconcertata... 
Dopo pranzo andiamo a riservare per domani una gita breve (cioè di tre ore) a buon prezzo. "Vogliamo andare a vedere il monastero buddista, e la fonte sulfurea", "OK -dice- a domani allora, si parte alle 2 pm", "ah allora no -diciamo- perché noi vogliamo andarci al mattino", "al mattino??!", "sì, perché non è possibile?", "vado e chiedo" e chiama un altro, che viene e ci dice che in effetti questo non è possibile, così noi confermiamo che allora non ci interessa, e stiamo per andarcene a cercare un altro con cui contrattare. Delusi ci chiedono "ma a che ora voi dovete lasciare l'albergo?", e noi: "?", "volete partire così presto forse perché poi avete il volo di ritorno?", noi: "??!!", "scusate se ve lo chiediamo, ma è per capire come mai volete andare in gita così presto", "ma noi non vogliamo proprio partire presto, no"; "ma avete chiesto un auto per le 2 a.m. anziché le 2 p.m. ...", "no, noi non abbiamo mai chiesto una cosa simile, anzi noi partiremmo non prima delle 9 a.m.". Insomma avevano capito che non volevamo partire alle 2 del pomeriggio ma del mattino.... anziché genericamente al mattino...
Ultimamente mi sono forse attardato un po' troppo a dare una idea di situazioni di fraintendimento o difficoltà di comunicazione e di reciproca comprensione. Ma poi in effetti questa realtà non è che sia così generalizzata. 
Nel pomeriggio abbiamo fatto un buon massaggio balinese, sono venute al bordo della piscina, dove ci sono in fondo sotto una tettoia tre brandine di legno per questo,

due tizie brave, la mia, che si chiama Ny Wayan, è stata per me la migliore sino ad adesso. Full body di un'ora, 4€uro.

Sugli alberi davanti alla nostra veranda ci sono due scoiattoli. Ieri abbiamo visto un grande lucertolone con il dorso giallo. E durante una sosta dell'auto l'altro giorno, abbiamo visto delle libellule veramente molto grandi. Poi ricordo delle lucciole, e vari uccellini un po' strani, certi con un ciuffetto, altri a colori sgargianti. E anche qui al mattino si sentono strani versi e cinguettii.

Andiamo a cena in spiaggia, in fondo a sinistra. Quasi 15€ in tre per un cocktail di gamberi, un chicken "Kiev", e un fish snapper al vino, e una soup di zucca, più il bere (e le tasse).
Oramai ci si ritrova al momento di pagare, con in tasca pacchi di biglietti vecchi e sporchi da mille,  2mila, 5mila, 10mila... (vi ricordo che ce ne vogliono tra 15.400 a 16.300 a seconda della giornata, per fare un euro...).
Anche qui si vedono signore in età (occidentali) che cercano giovani "gigolots" balinesi ... (e ovviamente viceversa: anziani che cercano delle giovani "escorts") il che a volte fa un po' effetto, come è accaduto stasera a cena nel tavolo di fronte a noi, per cui abbiamo sentito tutta la trattativa (ma in quel caso poi la signora non ha accettato la cifra richiesta, o non ha avuto una buona impressione su di lui).
Vediamo alla handycraft exibition dei bei lampadari da tavolo, composti da conchiglie, altri di rafia, o paglia, o listelli di bambù, e poi delle belle cinture intrecciate, e conchiglie o anche pezzi di legno tutti lavorati e intarsiati, sculturine in legno, vassoietti particolari, e insomma tante cose carine. Sanno fare dei bei prodotti dal punto di vista estetico con poco, con materiali poveri. Sono millenni di esperienza, se si considera che è proprio qui che è nato l'essere umano (si pensi alla donna di Flores, appartenente alla specie Homo Floresiensis, e all'uomo di Giava orientale, un Homo Erectus, entrambi trovati nelle isole accanto).

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