mercoledì 9 ottobre 2013

Bali 6 (dintorni di Ubud)

SESTO GIORNO, lunedì 9 (villaggi nei dintorni di Ubud)
Non abbiamo finora mai sentito la necessità di accendere il ventilatore (che funziona male). Sempre qui si lasciano le scarpe all'ingresso, il concetto è di non portare terra e sporcizia nell'area privata e della vita  domestica. Quindi anche la veranda, ovvero la parte sottotetto prima della porta, è area domestica o privata. Anche nei bar e ristoranti, prima di sederti nelle piattaforme rialzate con i tavolini bassi e cuscini  devi stare a piedi nudi (oltre che prima di entrare nell'area di un tempio, essendo consacrata). Anche se è pur vero che oramai tutti i ristoranti e ristorantini hanno una gran parte con le sedie e si può andare a tavola con le scarpe. Ma in effetti siccome spazzano e lavano il suolo o il pavimento di piastrelle, non avrebbe senso tenere le scarpe, anzi è anche gradevole con il caldo che fa, stare a piedi nudi sul pavimento fresco. 
Stamane viene a parlarci un driver, un autista, per combinare per fare una gita. Lui di solito ha una clientela di turisti asiatici, e gli fa piacere questa volta accompagnare degli italiani. L'avevo trovato in internet (www.balibestways.blogspot.com) e ci eravamo scritti per mail. L'autista si chiama Madé Chandra. Combiniamo per 18/19€uro circa per tutta la giornata. Partiamo alle 10 e mezza.
Attraverso stradine passiamo per una bella campagna ordinata e abbastanza pulita.


Jack fruit

Ci sono tante casette in muratura, e dalle parti di Mas ci sono innumerevoli botteghe di artigiani del legno, cioè di ebano, mogano, sandalo, ibisco e il cosiddetto crocodile. Fanno statue e statuette di Si-wà (=Shiva), Ga-ne-sà (=Ganesh), eccetera (non riescono a pronunciare sc, sh, né la j francese, e dicono s).  Certi sono lavori straordinari per bellezza e complessità. I pezzi per il mercato interno li colorano vistosamente (anche qui mi vengono alla mente le statue dell'antica grecia).


Vediamo varie Sale della comunità del banjar, dove si tengono riunioni una volta al mese, e si svolgono discussioni che si estendono su ore e ore, riguardo a questioni riguardanti  opere comuni, i finanziamenti, l'organizzazione delle cerimonie, il mantenimento e il restauro di templi, e l'organizzazione dei lavori connessi. Anche le donne si riuniscono ma in altre date o orari.
Ci soffermiamo a vedere il lavoro di una contadina, cui poi diamo un piccolo aiutino. Poi veniamo fermati da una bimba che ci propne degli oggettini e anche a lei diamo qualcosa.
Andiamo a vedere la cascata di Air Terjun. Per andare in un punto da cui si gode una bella vista dobbiamo pagare un biglietto (!!!!!?), cioè una specie di tassa di soggiorno al villaggio di Tegenungan, di 5mila rupie (un terzo di €uro). Comunque è molto bello il paesaggio...


Andiamo a vedere il Pura Puseh, il tempio ombelico, cioè il tempio dedicato al Creatore, e ai fondatori del villaggio. In ogni paese e anche in ogni recinto (o lotto) famigliare c'è questo tempio, che serve anche come dimora per gli dei e gli spiriti quando scendono sulla terra, e subito fuori dal paese nella direzione della costa, e ovunque c'è anche il tempio Pura dalem, che è il santuario dei morti, sotto l'egida di Durga dea degli inferi. Inoltre c'è il tempio del villaggio, Pura desa, dove si tengono le cerimonie e si raduna la comunità.


le offerte votive all'ingresso

il "divano-letto" degli antenati

il trono su cui un dio può sedersi a riposare

Quindi ci fermiamo a pranzo a Kemenuh, nel Warung "Dewa Malen"dove c'è Kho Ob Saparot, del riso thai saltato in padella, Goi Cuon, degli involtini primavera di verdure fresche, Gung Kratiem, gamberetti di fiume fritti, bebek goreng, anatra croccante, bebek betutu, del pesce Ikan goreng, Tom Yam Goong, e succhi di frutta fresca, pura spremuta senza aggiunta di acqua né zucchero (lime, mint-lemon, orange, mango, strawberry, e tangerine). E' un posto all'aperto sotto una tettoia alta, che da sulle risaie e il palmeto. Bello sfondo paesaggistico. C'è come sempre una musichetta di sottofondo tipo nenia col flauto, ripetitiva.



Le cameriere sono ragazze giovani e snelle, ma piccoline, minute. Noi prendiamo bakmi goreng, cioè noodles saltati in padella con verdure e pezzettini di pollo con sopra un uovo fritto; Gado-gadò, cioè verdure miste bollite, col curd, fagiolini, formaggio di soya, fette di tempeh, servito con riso al vapore e sul tutto ci si mette sopra una salsa o crema di peanuts, noccioline, marrone scura, dolciastra-salata; pepes Ikan, cioè pesce in una omelette, cotto al vapore dentro una foglia di banana, con verdure, e riso bianco; un pancake mikado, e un ice cream tempura, cioè gelato-fritto e con salsina di prugne; due coche e una bottiglia grande d'acqua, per 26€ in tre.
Impariamo che Tegenuman vuol dire grazie.

Poi andiamo a Sukawati dove fanno gli ombrellini per le cerimonie, e per i templi; e dopo alla ricerca di una bottega dove si producono i puppets, le marionette per il teatro delle ombre, in pelle di bufalo seccata e ritagliata e dipinta, con i forellini per far passare la luce, e i burattini di legno.
uno zio sceglie il regalo per il nipotino

Poi a Batuan village, dove Walter Spies negli anni trenta aiutò a fondare la prima scuola di pittura in cui si dipingevano soggetti profani. In questo paese si formano anche le danzatrici di Legong. Qui visitiamo un negozio di quadri che si trova dentro il compound, il lotto domestico, dello stesso autore, che è poi una sorta di atelier con i suoi vari collaboratori che copiano e ricopiano i suoi numerosi quadri. Ma sono tutti cari, andiamo a vederne un altro a Peliatan, vicino al locale Kantor, piuttosto vasto, con alcune opere che sono davvero belle.



Nessun commento:

Posta un commento