giovedì 21 settembre 2017

Viaggio in Etiopia - foto 14 (dal mercato di Turmi fino a Konso) 200 km.

28 agosto
Stamane ci alziamo più presto e andiamo al mercato settimanale di Turmi. Anche perché la prevista gita al villaggio nella Arbòre Country, a una cinquantina di km da qui, una etnia interessante, è purtroppo non fattibile in quanto è caduto o si è lesionato un ponte, e chissà quanto tempo ci vorrà prima che lo ripristino, essendo impraticabile.  Erbore o Arbòre è una etnia che comprende circa 7mila pastori nomadi in totale (allevano capre, pecore e mucche), che si imparentano attraverso i matrimoni con le tribù circostanti, e sono per molti versi simili agli Tsemay. Le donne si coprono il capo con uno scialle scuro, e portano anch'esse collane, orecchini e bracciali molto colorati.
donna Erbore (foto Travel lab)



Comunque qui al mercato di Turmi convergono persone da tutte le provenienze etniche, e dunque forse potremo anche incontrare lo stesso anche qualcuno di loro... qualche Erbore venuto/a al mercato...







sorgo

ecco il teff

Anche oggi c'è molto caldo e sopratutto un sole forte spaccacranio.
Partiamo e lasciamo il basso corso dell'Omo, con le sue popolazioni che salutiamo con già un po' di nostalgia
Comunque una fase di lenta transizione si è aperta anche per loro, alcune abitudini e alcune mentalità cominciano ad essere oggetto di riflessione critica, alcuni popoli sono in via di evoluzione rispetto a solo tre-quattro decenni fa.

 foto da un manifesto di promozione del turismo della ETC (notare la pettinatura a scaglie)
anche questa immagine è ripresa da un manifesto


(postcard HTRT)
(foto della ETO)
Sul percorso lungo la valle dell'Omo, consiglio la attenta visione dei volumi fotografici (e non solo) di Gianni Giansanti, e quello di Pino Ninfa:

volume fotografico e diario di viaggio di G.Giansanti



I lavori agricoli sono quasi sempre ad un livello tecnologico molto semplice (almeno sino ad alcuni anni fa) per quanto riguarda gli strumenti di base, ma ancor oggi p.es. si procede a dissodare e anche ad arare con attrezzi rudimentali:


dal testo di Etnologia di H.Tischner nella enciclopedia Feltrinelli-Fischer vol.4

Ora dunque ci rimettiamo in viaggio per salire verso le montagne Humu, e scendere a Weyso. Attraversiamo a passo d'uomo il paesino di Aluba un paese di contadini tutto dedito ai lavori agricoli e di terrazzamenti. Si ricominciano a vedere uomini e donne tutti coperti e vestiti.  Le capanne hanno una chiusura in cima alla punta del tetto, o in terracotta, o di legno (o anche a forma di ombrellino di paglia), oppure ci mettono sopra dei vasi o altri oggetti per scaramanzia.




da un opuscolo turistico

Belle campagne verdi e coltivate, che mostrano la terra rossa. In poco tempo siamo passati da 32° prima di iniziare la salita, a 26° su in collina. Poi approcciamo le Chenche mountains.
Ci sono i covoni di fieno di vecchio stile. Le donne con quelle gonne mi sembrano un po' le antenate delle donne caraibiche con quei colori sgargianti.
Ci sono sempre tante persone che camminano per la strada nelle due direzioni.





Infine dopo circa 200 km giungiamo a Konso, che avevamo già attraversato in andata.


Ci sistemiamo nel bel "Kanta Lodge", tutto fiorito, in un bungalow in muratura ben concepito, e andiamo a pranzo nel gradevole ristorante all'aperto, sedendoci all'ombra di un grande alberone, dove soffia una piacevole arietta. Il proprietario è mezzo svizzero e mezzo etiope.
Anche qui prendiamo lo shiro, che chiamano tagabino.

il Lodge dal ns terrazzino
l'ingresso nel bungalow
il letto


Poi andiamo subito fuori, al mercato qui dietro l'angolo, che avevamo intravisto passando, e che sembra vivace e colorato, ma diamo solo una occhiata in un breve giretto.










negozio dove si fanno, o si sostituiscono, le suole di gomma per infradito, sandali, scarpe



(continua)

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