mercoledì 13 settembre 2017

Viaggio in Etiopia - foto 5 (al Parco naturale Nech-Sar e sul lago Chamo)

(continua martedì 23)
Scendiamo giù in discesa per la strada melmosa, incontriamo molte donne che stanno andando a piedi a portare le loro cose al mercato in città.



 sosta

area riposo, oramai nei pressi della periferia



Lungo il percorso si incontrano anche diversi animali
 babbuini



 capre, vacche, cavalli, asini, e altre scimmie

Vervet (o Guereza monkey?)

 uccellini
e grandi uccelli
una fisher eagle

che poi rivedremo nel parco naturale di Nechsar.
In tre quarti d'ora arriviamo in città,

andiamo a pranzare tardi ad un ristorante in un bel giardino (Belayneh della Ethio Mar ha sempre scelto bene), cioè il "Tourist restaurant", dove facciamo curiosi incontri.  una giovane gazzella  (o similare) viene a trovarci al tavolo e ci chiede qualcosina da mangiare.



Comunque venendo dal villaggio dei montanari, in un'oretta si passa da un mondo ad un altro mondo.  Questo è anche il momento della pausa pranzo di impiegati e lavoratori, ci sono anche donne sole, e famiglie. Le scritte, oltre che in amharico, sono per fortuna anche in inglese. Ci avviamo verso un tavolo, e il cameriere che ci ha già notati, si premura di cambiare velocemente la tovaglia. Ma è proprio sporca, e gli chiediamo di metterne una nuova. Intanto annuso il bicchiere perché spesso sa di lavatura di piatti, e preferisco bere dalla bottiglia appena stappata. Comunque è carino, un bel ristorante all'occidentale. Naturalmente non manca mai il capannino della cerimonia del thé.  Dico al cameriere che ho problemi ai denti e dunque di masticazione e mi consiglia un piatto di carne di pecora, che dice che è tenera. Ma per me risulta subito dura e gommosa... e quindi la avanzo tutta. Per fortuna il pane è sempre buono, e un po' dolce, con molta mollica (7€ e 60 in due).

Dopo pranzo andiamo verso il lago Chamo al grande Parco nazionale Nechisar (che significa "di erba bianca"), di ben 514 kmq, istituito nel 1974.

Qui dentro andiamo all'imbarcadero per fare un giretto sul Chamo a vedere animali.
Inoltre si possono osservare i pescatori locali, a piedi nelle acque basse, e su piccole piroghe (sono delle etnie Ganjule e Guji).


Il safari in barca lo facciamo con una guida locale, che si chiama Ari, uno studente che sa parlare bene inglese.

I Guji (un tempo detti Giamgiam) parlano una lingua oromonica, e sono in grande parte contadini delle terre attorno,
vecchia foto di donna con infante
che va ad un mercato
(di L.Cipriani, in: Biasutti)

e sulla costa invece sono dediti alla pesca.
Un tempo i pescatori Guji si nutrivano del pesce tilafia, e andavano a caccia di coccodrilli per vendere la pelle, ma ora non più.  le relazioni degli abitanti dei piccoli villaggi con le autorità restano sempre tese.
un villaggio dei Guji

la zona costiera soprannominata "il mercato dei coccodrilli", per la loro presenza fissa

pescatori Ganjule  e Guji

I Ganjule (o Gaujule) sono pescatori 


ci sono grossi ippopotami

un' aquila pescatrice, fishing eagle



un trampoliere (quale ?)

Vervet (o Combus?)

pellicani bianchi

cicogne

Passiamo affianco ad un villaggio Ganjule,  sembra ci siano solo alcuni bambini, gli adulti saranno occupati in altre faccende.



Al rientro all'albergo, a qualche centinaio di metri prima del cancello, vediamo due facoceri:


E ci torna in mente il cartello che c'è all'area giochi nel parco dell'albergo.

Andiamo a curiosare nel negozietto vicino all'ingresso, ha delle belle cosine di qualità, prendiamo qualche regalino. Poi facciamo due passi all'esterno e osserviamo certi che giocano a dama fuori da un bar.


(continua)

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