martedì 19 settembre 2017

Viaggio in Etiopia - foto 12 (a Turmi, Omorate, i Dassanech e i Surma) 300 km.

26 pomeriggio

Dopo questo bel mercato, riprendiamo il nostro viaggio per altri trenta km di strada di terra dissestata, e giungiamo al borgo di Turmi, che in realtà non  è altro che un incrocio con benzinai e pensioncine per camionisti. Tra i mille e i duemila abitanti. A circa 900 metri slm.
Ci sistemiamo al "Buska Lodge" dal nome di una montagna vicina. Buona sistemazione, un bel eco-lodge fuori dal paese, nel verde. Andiamo subito a pranzo.

 il bel Buska Lodge
e il suo ristorante (con le sue lunghissime attese)

Dopo pranzo siamo di nuovo in auto per andare a visitare un villaggio dei Dassenetch (o Dasanech), da pronunciare con la c dolce in fondo.
Izack intento alla guida


Omorate, precedentemente chiamato Kelem, prende nome dal fiume, che qui è nel suo basso corso, ed è il punto più a sud (sud-ovest) cui giungiamo (a 30 km dal Kenya) e anche il punto più basso (nella parte bassa della valle dell'Omo, South Omo Lower Valley), trovandosi a soli 400 metri slm. Anni fa era stata tentata le fondazione di una grande piantagione di cotone, poi fallita. Ora si stima vi siano circa duemila abitanti.

§- La traversata del fiume Omo, crossing Omo River









ecco l'altra sponda


lava i panni


chi sono questi feranji?

§. il villaggio dei Dassenetch




 l'ingresso al villaggio 


mi sembrano forse più solide e compatte rispetto alle capannine dei Mursi







la copertura tradizionale di frasche e paglia



le nuove coperture in lamiera ondulata






ecco l'intero villaggio, ora stiamo per  andarcene, Annalisa parla con la guida




ritorniamo indietro
il barcaiolo



Dassanech vicino a Omorate (foto di  jimmy nelson.com)

§. riflessioni sulla gestione dei conflitti

ሞርጋን ፍሪማን ለናሽናል ጂኦግራፊ ቀረጻ ኢትዮጵያ መጣ Morgan Freeman was in Ethiopia

Quando saremo tornati a casa verrà trasmesso da Sky sul canale della National Geographic un documentario a puntate intitolato "La nostra storia" (The Story of us) con Morgan Freeman, 

il quale nella seconda puntata compie un viaggio proprio qui in un villaggio dei Dassanech (chiamato Damech) per capire come mai combattano contro un popolo tribale vicino, i Nyangatom (pastori e mandriani, di ceppo nilotico, vengono chiamati anche Bume). I Nyangatom come i Karo sono noti per le pratiche di pitture corporee. I motivi di conflitto riguardano i confini dei rispettivi terreni da pascolo, per cui vi sono frequenti sconfinamenti, con razzie, e scontri violenti che causano feriti e morti.

Per dei video su un villaggio dei Nyangatom (Bume), si vedano quelli di Gianluca Afflitti:
https://www.youtube.com/watch?v=lG6Ow7KHMyQ

e per le loro danze e canti: 
https://www.youtube.com/watch?v=xYAD4U_f1Pg

calotta porta penne e piume (da una post card HTRT)

gusci di zucca per proteggere dal sole (post card HTRT)

Speriamo che questo accordo con i Nyangatom durerà e sarà confermato in occasione della grande cerimonia Dimmi, che è l'occasione per festeggiare e propiziare la fertilità della terra, e la pace degli uomini. (si veda l'articolo di Alberto Salza sulla rivista "Africa": https://www.africarivista.it/nella-valle-dellomo-per-la-festa-della-fertilita-e-della-pace/126677/ )

mappa dei gruppi etnici del sud, vicino al lago Turkana
da Nat.Geo.-Italia, ag. 2015, p.41

§. i Surma
Più in su, sempre sulla riva destra dell'Omo, verso il Sud-Sudan, tra i Monti della Luna, c'è territorio dei Surmi (o Surma, Surema, Sumrema, o Suri), gente che incontriamo qua e là, o ai mercati... (riporto qui sotto da foto per postcard HTRT o manifesti). Anche loro avevano la tradizione dei piattelli labiali, 



che nelle nuove generazioni è praticamente quasi venuta meno (come si vede da queste post cards):





Sul popolo dei Surma si veda: http://www.nationalgeographic.it/fotografia/2011/09/16/foto/ tra_i_surma_dell_etiopia_dove_il_corpo_status_symbol-484257/1/
La gran parte dei quasi 30mila Surmi si trovano in territori di difficile accesso, che stanno a ovest di OmoRate e di OmoMursi, lungo il fiume Kibish, che scorre quasi parallelo all'Omo river, tra il monte Magi e i monti Corma che fanno da confine con il Sud-Sudan (vedi: https://www.youtube.com/watch?v=MCQQ9cK1I_A).



Come abbiamo osservato nei mercati, anche loro, come altri, hanno una penna d'uccello o uno stecchino infilato nel labbro inferiore che pende fin molto sotto il mento. I Surma sono noti come pericolosi razziatori di bestiame, ma anche per una cerimonia violenta, donga o "Suri stick fighting", in cui due giovani lottano tra loro menando forti fendenti con un lungo palo. (vedi p.es. il video di Melak Tadesse qui sotto indicato, del 2017, su un pubblico torneo di Donga):

https://www.youtube.com/watch?v=SCjgqCxwxVA
https://www.facebook.com/experienceAwayoflife/

Su YouTube si possono trovare parecchi video sui Surma o Suri, e sulla cerimonia Donga. Tra i vari, interessante quello di G.Borgioni e Silvana Santoro:  https://www.youtube.com/watch?v=zYGYGIP15_E&t=28s  
e sul Blog di Fabrizio Loiacono:  http://www.obiettivosulmondo.com/2012/05/etiopia-2011-etnia-dei-surma/#more-311


Mentre invece più a est nell'area di Moyale, e lungo i confini con la parte nord del Kenya (cfr. L.Guerretta, "Alla fine della strada asfaltata", 2009)

nei pressi del Lago Turkana, si trovano a cavallo della frontiera anche dei gruppi di Masai (o Maasai) e di Samburu (ma questi stanno più sul versante Sud del lago, quindi nel nord del Kenya):
in un villaggio Masai da me visitato sedici anni fa
Si vedano le foto dei villaggi Masai nel mio diario: http://viaggiareperculture.blogspot.it/2011/11/in-un-villaggio-di-masai-2002-1.html e nelle nove puntate sul viaggio che avevamo fatto in Kenya, poi nel marzo 2018 un certo numero di quelle foto le ho riproposte con un mio commento, cfr. in http://viaggiareperculture.blogspot.it/2018/03/viaggi-alcune-foto-di-interesse.html


(foto da "Il Grande Atlante", Rizzoli, vol. 4)

Gruppi di Masai sono stati da tempo studiati nelle terre a sud lungo il confine, e per es. lo riportavano già anche i geografi della fine anni Venti /inizio aa. Trenta del Novecento, come si vede da foto sulla vecchia Enc. Treccani  (vol.XIV, 1932):



§. alcune info su questo territorio

Appunto subito dalla parte al di là della linea di frontiera, vivono i Samburu (popolazione di ceppo nilotico, che avevamo incontrato anni fa  nel  Kenya) in parte in villaggi che sono nel territorio della vastissima riserva nazionale che porta il loro nome.


(foto di J.Nelson, da una brochure di card set del Museum Volkenkunde ad Amsterdam, cfr. beforethey.com) 

(si vedano altre foto sue sul sito https://www.jimmynelson.com in particolare la quarta foto è di Samburu, e la settima di Mursi, ma vedi anche https://www.jimmynelson.com/peoples-places  dove cliccando su Samburu vedrete una nutrita serie di spettacolari fotografie di quella etnia).

Il nome del lagoderiva dal nome del gruppo etnico che popola le sue rive e l'entroterra subito al di là della linea di confine
un villaggio dei Turkana nel nord del Kenya

Sui Maasai, sui popoli del Lago Turkana, e sui Samburu, e altro, vedi articoli di Alberto Salza (che ha passato anni tra le popolazioni di questa area geo-etnica della famiglia linguistica Karamojong) sul suo blog: http://www. luomoconlavaligia.it/author/albertosalza , e nel suo "Atlante delle Popolazioni", UTET, 1998, alle pp. 202-215.
E il volume

...dicevo: poco al di là del confine c'è anche l'ormai famoso villaggio di Umoja (=unione), dove vivono solo donne -circa 50- con i loro bambini (figli naturali o adottivi), e dove è interdetto agli uomini avere residenza (su cui si veda un documentario nell'ambito della trasmissione Sky di cui accennavo più sopra, con Morgan Freeman, vedi: https://twitter.com/natgeochannel/status/930933439213191168 o anche: https://www.facebook.com/natgeotvUS/videos/10155625644071005/?comment_id=10155626434476005&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R0%22%7D 
oppure #StoryOfUS o anche #storyofus) 

Il villaggio è stato fondato circa 28 anni fa dalla matriarca Rebecca Lolosoli e altre 15 sue compagne, come rifugio per donne vittime di soprusi, abusi, violenze, mutilazioni genitali, pestaggi, da parte di contesti in cui vige un patriarcato assolutista, tipico della società Samburu. Ne parlò ampiamente il giornale britannico "The Guardian" nel 2015 (cfr https://www.theguardian.com/global-development/2015/aug/16/village-where-men-are-banned-womens-rights-kenya). Qui la matriarca con le sue compagne ha costituito un organo di governo di sole donne, ma seguendo la tradizione gerontocratica. 



L'assemblea generale si svolge all'ombra di un albero, "the tree of speech", e ogni donna ha diritto di parola e di poter dire la propria opinione senza timori. Una delle occupazioni centrali è l'educazione, per cui tutte le bimbe/i vanno a scuola, e l'insegnamento più importante è quello di abituare figlie e figli del villaggio alla parità tra i sessi, e alla eguaglianza di diritti e di rispetto dovuti a chi svolge le varie mansioni lavorative. Un raro esempio di società pienamente matriarcale in cui dominano le madri. I proventi monetari vengono dall'artigianato (bigiotteria), da donazioni internazionali di carattere solidale, dalle tasse d'ingresso che devono pagare i visitatori, e dalla gestione di un piccolo campeggio turistico vicino al fiume. Per il resto il sostentamento proviene dai loro orti e coltivazioni, dall'allevamento di pollame e di vacche, e da scambi commerciali.

2
Nell'area del territorio dei Samburu attorno al grande lago Turkana (= lago color di giada) -un tempo chiamato dai colonialisti Lake Rudolf-  sono stati rilevati giacimenti petroliferi, per cui forse l'energia elettrica prodotta dalla diga nella valle dell'Omo in territorio sud etiopico, servirà allo sviluppo delle industrie estrattive del nord kenyota.

Sui Dassenech e altre popolazioni attorno al lago Turkana vedi sul "National Geographic - Italia", dell'agosto 2015 (vol.36, n.2) alle pagg. 32-57, l'articolo (e le foto) di Neil Shea, "Ultimi riti sul mare di giada".

Da questa area attorno al lago Turkana, erano passati anche quelli della famosa spedizione "Overland" ideata da Beppe Tenti, consistente in una carovana di 4 grossi trucks che nel 1998 e poi 2001 andarono nei luoghi in cui erano stati ritrovati reperti di ominidi risalenti a un milione e 800 mila anni fa (vicino alle rive del Lago Turkana sono stati ritrovati i resti del cosiddetto "ragazzo del Turkana", un giovane esemplare di Homo Erectus, e dell'Homo Rudolfensis), e sopratutto alcuni resti della migrazione di gruppi di homo sapiens verso nord (quindi dalla gola di  Olduvai nella valle del Serengeti nel nord del Tanganika [Tanzania], e al nord Kenyano, fino alla valle dell'Omo), poi trasmessa in tv dalla Rai (v. le puntate 11 e 12 trasmesse nel 2002):


F, Boggio-Robutti e C.Giraudo, copyright Trekking International, Milano, edizioni Ciscra di Rovigo,  2002 

Dunque se ora dalla riva del fiume Omo, all'altezza di Omorate, si prosegue per una decina di km. all'interno, verso il confine con la repubblica del Sud-Sudan, sulle pendici montuose, si può raggiungere la località di Omo Kibish, dove Richard Leakey (e altri) eseguì degli scavi presso una formazione rocciosa all'interno del Parco Nazionale dell'Omo, in un sito detto "Sito di ominidi di Kamoya" (o "the Omo Remains"). Qui Leakey trovò nel 1967 resti di homo sapiens-sapiens moderno, di 125 mila anni fa, che fecero grande scalpore (cfr. R.Leakey e R.Lewin, Origins, 1977, tr.it. Laterza editori, Bari, 1979, testo riedito con aggiornamenti e modifiche nel 1992: Origins Reconsidered). Più tardi con altri reperti di successivi scavi, e anche grazie all'analisi con strumenti più perfezionati, si stabilì che alcuni erano di 196 mila aa fa, e quindi i più antichi resti della nostra specie. Il che spostò di molto all'indietro la comparsa dei primi esemplari dell'uomo sapiens-sapiens detto "moderno" (vedi la rivista "Science" del maggio 1985, e "Nature" del febbraio 2005). La più famosa scoperta di Richard Leakey fu quella dello scheletro completo di un ragazzo di 11 o 12 anni di 1,6 milioni di anni fa, noto come "il ragazzo di Turkana" (cfr. http://www.nationalgeographic.it/scienza/2012/08/09 /news/nuovo_antenato_uomo_enigma_leakey-1202786/

Purtroppo ora il sito si ritrova nelle vicinanze di un triangolo di territorio (Ilemi Triangle) che è rivendicato sia dal Sud-Sudan che dal Kenya; data la precarietà delle nuove istituzioni sud-sudanesi, è attualmente sotto amministrazione keniota. Comunque, essendo nei pressi del confine e con un'area contesa, al momento non è consentito l'accesso a stranieri...

Tutta questa parte più a Sud, diciamo tra il lago Turkana e a est il lago Chew Bahir (ex lago Stefania), e fino a Moyale, è un po' il "cuore di tenebra" dell'Africa (per riprendere il Heart of Darkness di J.Conrad, citato anche da  M. DePaoli nel suo libro sull'Etiopia).
Un recente numero del «National Geographic» aveva una parte dedicata alle popolazioni che si trovano nell'area attorno al lago Turkana, sia in Kenya che in Etiopia ("Nat.Geo. - Italia", Agosto 2015, vol. 36, N° 2, pp. 32-57), intitolata "Ultimi riti nel mare di giada", in cui si tratta oltre che dei Masai e di altri popoli, anche dei Dassanech di cui vi ho appena riferito, e che vi consiglio di leggere:



donne Maasai

e i Daasanach


L'autore del testo è Neil Shea (vedi il suo film di cui parla su Instagram in: @neilshea13), e le magnifiche foto sono di R. Olson (vedi altre sue immagini su Instagram in: @randyolson).

(continua)

P.S.: una versione ritoccata e abbreviata di questo Post, e senza foto,  è stata pubblicata come articolo nella «Rivista Italiana di Antropologia applicata», a.IV, ed. I, n. di giugno 2018, (n. dedicato alla tematica del terrorismo nelle sue molteplici forme)

1 commento:

  1. https://www.facebook.com/experienceAwayoflife/
    Thank you you very much for sharing my video and I like your blog

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