martedì 8 novembre 2011

C. Tullio-Altan e l'identità culturale


Carlo Tullio-Altan (1916-2005) è stato uno dei fondatori della antropologia culturale in Italia.
Molti suoi studi e riflessioni hanno avuto per oggetto le religioni ed i simboli ( Lo spirito religioso del mondo primitivo, Il Saggiatore, Milano, 1960, Soggetto, simbolo e valore, Feltrinelli, Milano, 1992, Le grandi religioni a confronto, l’età della globalizzazione, Feltrinelli, 2002, Ethnos e Civiltà, Feltrinelli, Milano, 1995), e numerose altre problematiche. Negli ultimi anni si dedicò all'elaborazione di un idealtipo dell'ethnos, analizzato nelle sue cinque componenti: epos, ethos, logos, genos e topos, allo scopo di trovare una soluzione scientifica sul piano dell'antropologia, al conflitto tra i vari etnocentrismi e l'esigenza di un nuovo ordine internazionale.
Dice di lui Umberto Galimberti: “ La grandezza di Carlo Tullio-Altan non sta tanto nel suo pionierismo, quanto nel fatto che le sue ricerche antropologiche erano guidate da profonde conoscenze filosofiche che facevano riferimento allo strumentalismo deweyano, al materialismo storico, alla fenomenologia, all´esistenzialismo, al neopositivismo, allo strutturalismo, al funzionalismo, perché Tullio-Altan aveva capito che l´uomo è una realtà troppo complessa per essere inquadrata e compresa in una sola idea… Se in occasione della sua morte riprendessimo tra le mani i suoi libri e riflettessimo sulle sue idee, ci accorgeremmo che furono spesso profetiche e anticipatrici."

Sollecitato dalla lettura de Il mondo magico di Ernesto De Martino, Carlo Tullio-Altan ha rivolto da prima i suoi interessi a una trattazione filosofica sull'oggetto specifico dell'antropologia culturale. Nel campo della ricerca applicata ha poi condotto una vasta e pluriennale indagine sui valori e gli atteggiamenti della gioventù italiana degli anni Settanta. I problemi aperti da queste ricerche sono all'origine di una successiva nuova indagine storico-culturale sullo spirito pubblico in Italia, che lo ha messo da ultimo di fronte alla necessità di ripensare l'esperienza simbolica nella sua specificità e per la sua incidenza sugli eventi della storia, sul costume dei popoli e sulla loro identità etnica.
I suoi studi più recenti sono dedicati all'elaborazione di un idealtipo dell'ethnos, analizzato nelle sue cinque componenti: epos, ethos, logos, genos e topos, allo scopo di trovare una soluzione scientifica sul piano dell'antropologia, al conflitto tra i vari etnocentrismi e l'esigenza di un nuovo ordine internazionale.

Secondo Carlo Tullio Altan è necessario distinguere tra valori di tipo razionalistico e valori di tipo simbolico. Se cerchiamo di vedere quali siano questi valori, individuiamo la loro base nel mondo naturale, nell'agire umano e nella società. Dal momento che i valori sono frutto di una trasfigurazione della realtà che è una realtà storica, con il mutare della società cambieranno anche i valori: c'è una dialettica costante tra storia e valori. Alla radice della produzione dei valori ci sono il bisogno di sicurezza e il bisogno di libertà. Ora la straordinaria velocità delle innovazioni scientifiche e tecnologiche ha portato a uno sconvolgimento dei ritmi e dei valori tradizionali e di qui a una crisi dei valori tradizionali. Un altro elemento che influisce sull'attuale crisi di valori è l'ipervalutazione dei valori economici e la mercificazione di tutti gli altri : oggi l'economia si è trasformata in fine, assorbendo le aspirazioni dell'uomo e impoverendo così il mondo dei simboli e dei valori. Per Tullio-Altan è impossibile insegnare i valori, dal momento che questi non si affermano a parole, ma attraverso risultati positivi nella vita sociale dove si realizzano .

Secondo Carlo Tullio-Altan per rispondere al problema dei nuovi conflitti etnici è utile tener conto della componente simbolica dell'identità etnica. Essa è costituita principalmente dalla memoria storica, dalle istituzioni e dai costumi, dalla lingua, dalla discendenza come sistema di parentele e gerarchie, e infine dal territorio: potremmo dire epos, ethnos, logos, genos e oikos. Per darci ragione dei conflitti interetnici del presente bisogna esaminare la parte recitata dall'ethnos, cioè dalla componente simbolica, in un'altra serie di elementi di cui la storia si sostanzia: l'ecosistema nel quale un evento si produce; l'attività economica; le forze sociali e la cultura come insieme di saperi e credenze. L'ethnos funziona come un "ideal-tipo" weberiano, è cioè un modello analitico.

Per C.Tullio-Altan le principali tappe nel processo di trasformazione sono: la caccia-raccolta, da cui si è passati all'agricoltura; poi, con l'aumento delle capacità di produzione, si è prodotta la possibilità di accumulazione e capitalizzazione, da cui i dislivelli di ricchezza fra gruppo e gruppo e le lotte per impadronirsi dei beni degli altri. Rivoluzione agricola- guerra. Dal punto di vista culturale abbiamo attorno al I millennio a.C. la nascita delle religioni; dal VI-V secolo a.C la rielaborazione razionale del patrimonio simbolico in Grecia, ma anche in Cina, anche se la filosofia cinese si tiene più alla dimensione mitica.
Ogni successione di passaggi storici corrisponde alla formazione di valori, che ne interpretano e ne garantiscono la sussistenza in quanto equilibri e soggetti storicamente validi. Ovviamente il processo di trasformazione non è stato uniforme: non tutti gli Stati sono giunti a una democrazia compiuta, e quelli che vi sono giunti lo hanno fatto in modi diversi, e così anche i valori sono diversi. 

Vedi sul tema delle identità etniche, l'intervista:
http://www.emsf.rai.it/tv_tematica/trasmissioni.asp?d=301
e l'articolo:
http://www.emsf.rai.it/articoli/articoli.asp?d=31

1 commento:

  1. Ah! Un altro pezzo della mia tesi! :) Provate un po' ad osservare questi sei punti, un po' come fanno i giornalisti con le 5 w, quando viaggiate o quando guardate un film, magari on the road, di produzione straniera..capirete molte cose!

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