martedì 22 novembre 2011

Campbell e Larsen sul tema del "mito personale"

Un un precedente Post ho sintetizzato le fasi dei miti dell'Eroe, il cui percorso può essere considerato paradigmatico. Riporto uno schema che compendia bene i vari passaggi:



Più in breve si possono restringere ai seguenti:


Lo svolgimento porta ad incontri con figure paradigmatiche:


Secondo Campbell però, nella nostra società contemporanea non c’è più una sola mitologia che agisce per tutte le persone all’interno di una stessa cultura…
   J. Campbell

Cito da http://www.grandipassioni.com/category/mitologie/joseph-campbell/ :
"Dal punto di vista dello sviluppo psicologico individuale, oggi si hanno talmente tante risorse ed opportunità che non esiste piu’ una singola mitologia che possa andare bene per tutti. La convinzione di Campbell è che, all’interno della societa’ occidentale moderna, ogni singola persona ha dentro di sé un suo proprio mito che la guida, e di cui puo’ essere consapevole oppure, piu’ spesso, di cui puo’ non saper nulla. Ecco il senso della domanda che si fece Jung: “qual e’ il mito in cui sto vivendo?

Secondo Campbell, l’individuo, rimasto inconsapevole del proprio mito, non ha nemmeno più il senso della comunicazione che avviene tra la consapevolezza e l’inconscio.
La mitologia è costituita da tutte le immagini con cui la consapevolezza entra in contatto con l’inconscio. Quando una persona non è consapevole del proprio immaginario mitologico, o anche lo rifiuta consapevolmente, essa non è in contatto con la parte più profonda di sè. Secondo Campbell, proprio questo è il senso della mitologia in cui ognuno di noi vive. Ogni persona ha la sfida di comprendere la mitologia nella quale vive, in modo da poter dirigere nella giusta direzione e con consapevolezza la propria esistenza e renderla più consona e coerente con l'immaginario simbolico personale cui ognuno di noi fa riferimento per la propria realizzazione."
(da:  http://www.grandipassioni.com/category/mitologie/joseph-campbell/  )

Ciascuno di noi può intraprendere un viaggio eroico dentro la propria interiorità, e percorrere le varie fasi per giungere a individuare il proprio centro, e trovare il proprio equilibrio.


Stephen Larsen mostra come i miti tradizionali continuino a impregnare della loro antica saggezza la coscienza moderna. La comprensione di questi miti, che esemplificano le nostre esperienze, ci aiuta a capire chi siamo e come ci comportiamo: dalla Grecia antica allo sciamanesimo, i racconti che parlano di creazione, conflitti e realizzazioni sono densi di  metafore che esprimono preoccupazioni comuni a tutti gli uomini. Non solo: ciascuno di noi elabora una "creazione mitica personale", in cui i miti sono costruiti attorno ad altrettanti valori, approcci al mondo, visioni della vita.
Con i suoi rituali che attivano l'immaginario, l'analista guida il paziente nella difficile lettura del proprio mondo interno, nella lettura del proprio mito in cui sono racchiuse le proprie potenzialità e i propri limiti. Su questo punto Larsen, infatti scrive:


«I miti personali possono rivelarci che possediamo un particolare dono, oppure una debolezza morale che ci limita e che ci è stata trasmessa dalle generazioni precedenti. Ecco due domande semplici a proposito di qualsiasi sistema di credenze (ma soprattutto di quelli che potrebbero avere un carattere nocivo): "Come influisce sulla mia vita?" e "È suscettibile di cambiamento?" (in particolare di fronte a nuove informazioni).»


Se la decodificazione del mito personale è al centro del lavoro analitico, il suo scopo consiste nella capacità di interpretare e di vivere in maniera metaforica e non letterale la scoperta del proprio mondo interiore.





S. Larsen (1990), L'immaginazione mitica, Milano, trad. it. edizioni Interno giallo, 1992, poi Pratiche editrice, 2006, p. 26.


1 commento:

  1. Ah beh, qui si parla del libro che mi hai regalato e che ha influenzato il mio blog, la mia tesi e molte altre cose della mia vita! Proprio grazie ad un esercizio di mitologia personale creativa suggerito in questo libro di Larsen ho scoperto in me un archetipo che non sapevo di avere, e in questi giorni, leggendo "la storia infinita", che è letteralmente il viaggio dell'eroe mitico con tutti i passaggi stilati da Campbell (ne parlerò presto sui miei blogs), ho ritrovato nella letteratura questo mito, ed ho meglio compreso il suo significato.
    Campbell però dice anche che, allo stesso modo in cui esistono tante mitologie quante singole persone, esiste anche una matrice comune, che fa si che, anche se poi investite di significati e caratteristiche differenti, le varie mitologie delle diverse culture possano dialogare tra loro, nell'esaltazione delle specificità e differenze in quanto valori positivi, ma anche in un substrato di valori di fondo che compongono uno scheletro condivisibile da tutti.

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