martedì 22 novembre 2011

Lara mi scrive

Lara mi scrive:
"Gent.mo prof. Pancera, sono di nuovo Lara, le ho scritto da poco, ma sono arrivata in questo momento ad un punto fondamentale (lei dice che) il filo conduttore di continuità dell'individuo sta nell'unicità e nella singolarità della costruzione della identità stessa nella storia di ciascuno. Questo filo conduttore, se non ho capito male, sta in quello che lei definisce il terzo anello, laddove le varie fasi della vita raramente si separano con nette cesure ma sfumano le une nelle altre, complice la memoria. Si riduce dunque a questo, io mi chiedo, la sostanza, il "seme" per chi pensa sia già presente qualcosa di definito dalla nascita, sempre che esista una forma di essenza a-priori? E allora anche se questa visione attuale dell'identità permette di giustificare l'estrema soggettività del singolo nel vivere la vita, non è paradossalmente la fine della concezione dell'essere come qualcosa di trascendente e non solo causato da scelte contingenti? Non diventa questo concetto, spinto all'estremo, una sorta di meccanicismo? Capisco che forse lei mi dirà di non generalizzare i concetti, di non dover trovare a tutti i costi un "universale" perchè laddove si parla di identità esiste il particolare, il soggettivo. Ma cosa sto sbagliando in questo pensiero? Sono davvero confusa :-) in tutta onestà vorrei chiederle se lei pensa che al di là della educazione e del processo soggettivo di crescita di ognuno ci sia un'anima "particolare" che vada al di là dei condizionamenti terreni (perché vorrei sentirmi rispondere di si). E se c'è un'anima o un essenza immortale in ognuno di noi, non coinciderebbe forse proprio con la coscienza di me stessa, e questa coscienza di me stessa non è dunque la mia identità? O sono ognuna una cosa distinta? Mi scusi prof. sento di essere al nocciolo della questione."


voi che cosa rispondereste a Lara ?

4 commenti:

  1. Patrizia scrive:
    "Io non so se ci sia una essenza a priori, io penso che la natura possa aver favorito quello spermatozoo verso quell’ovulo, per destino, con un nano secondo di anticipo su altri migliaia di spermatozoi, e tutto questo abbia dato origine ad un numero di cromosomi tale da trasformarsi in quella che sono oggi. Darwin diceva che già questo processo, evidenzia una selezione naturale. E’ un punto di vista. E’ il tentativo di dare una spiegazione. Oppure qualcuno direbbe che ha deciso Gesù Cristo che dovevo nascere io… Insomma, possiamo pensare tutto quello che ci fa stare meglio. Nessuno può smentire nessuno.
    Poi c’è tutta una vita da vivere di cui si potrebbe scrivere un’infinità di cose.
    Ho scritto di quando ero bambina, che quella bambina non c’è più, ma ha lasciato il posto ad una donna, attraverso le sfumature di cui scriveva Lara, ma che conserva la sua unicità, mutata dagli eventi, ma mai rinnegata.
    Perché meccanicismo? Si, impariamo a fare quello che vediamo fare agli altri, ma che importanza ha? Questione di praticità, il più delle volte.
    Quella che sono io, nel silenzio, nel cuore, nella mia pochezza, è qualcosa che qualcuno ama e, dunque, aldilà dei meccanicismi, ha forse qualcosa da raccontare, da dire, o da lasciare.
    La cosa difficile è rimanere fedeli a sé stessi. I meccanicismi ci insegnano benissimo come essere fedeli agli altri...
    E’ qui che si gioca la vera partita che ha come posta in gioco la salvaguardia della propria unicità. Non si può perderla, ma può divenire trasparente e scomparire in mezzo a tante altre unicità. Perché solo questo ho capito, che sono unica, che posso essere brava, buona ed educata, ma che la mia “anima particolare” esiste eccome, la vedo ogni giorno, non è trasparente, e solo lei sa veramente se le sono stata fedele oppure no, (o se ha subito condizionamente terreni, come suggerisce Lara). A volte lo sono, fedele, e a volte no, e la mediazione è spesso difficile. Che poi sia immortale… a tutt’oggi non è dato sapere."

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  2. Se Dio ci ha creato Prometeo ci ha condannato. La condanna sta nella ricerca di un progresso continuo E nella ricerca della sua direzione. Non so se sarà mai possibile una risposta che appaghi entrambe le prospettive, ma ....Lara, preferiresti appartenere ad un’altra specie?

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  3. ...qualsiasi pensatore,filosofo o studioso.,nella ricerca dell'anima a priori..e che prescinde da ogni tipo di condizionamento..e' caduto nella metafisica...(forse la soluzione più facile)...se noi ci spogliassimo di TUTTI i condizionamenti che ci accompagnano fin dai primi gemiti di vita..non sapremmo nemmeno costruirci quella piccola parte così speciale che portiamo dentro di noi e che costituisce la nostra soggettività e particolarità..e probabilmente non saremmo nemmeno essere umani!! La vita per noi e' qui e in questo mondo...la vedo troppo semplice cercare risposte o porre domande..confidando in un mondo o in un'anima metafisica..che vada al di la della vita e dei condizionamenti terreni..!! Ho sempre pensato fosse uno scaricare il tutto in un mondo ceco in cui tutti potessero imprimerci le più belle e folli fantasie..

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  4. Qualche tempo fa ho partecipato a un dibattito sulla leadership. Il conduttore ci ha posto la domanda "leader si nasce o si diventa?" e subito si sono formati due schieramenti netti. La mia posizione stava abbastanza nel mezzo, in quanto credo molto nella capacità di ogni individuo ad apprendere e a modificare/modificarsi. Al tempo stesso però sono convinta che ognuno di noi abbia delle caratteristiche che dalla nascita accompagnano le nostre scelte e il nostro modo d'essere. Le antitesi a questa posizione sono state forte. Miguel mi ha addirittura accusata di razzismo, in quanto non lascerei la possibilità del singolo di migliorare le proprie competenze fino a superare le difficoltà. Non è proprio questo il punto che intendevo, ma semplicemente che sarà per lui più impegnativo. I bambini al nido, non hanno forse già delle caratteristiche proprie che esprimono in maniera chiara?

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