domenica 6 maggio 2012

Cuba bella, playa Ancòn (n.10)

Martes 17
Ghila chiacchiera con Marioli. Aspettando i soliti tempi lunghi e rilassati (ma quanto fa bene rassegnarsi e poi abituarsi a prendersela con calma...) prendiamo un carro che ci porta giù in città nella parte del centro moderno, a comperare un costume da bagno per me, cioè dei chor (=shorts), per poi andare alla penisola di Ancòn, dove c'è la famosa spiaggiona. Cerco in due negozi, disposto a comprare qualsiasi modello, ma non ce ne sono, al terzo trovo e provo i due soli costumi che sono disponibili della mia misura a prezzi ben diversi l'uno dall'altro, e prendo quelli che mi stanno meglio, il prezzo è irrisorio. Una volta arrivati a destinazione ci sistemiamo sotto un ombrellone (sombrillo) e prendiamo un paio di sdraio (tumbonas) proprio davanti all'albergo Ancon. Marelis ci aveva consigliato di cercare prima suo fratello che lavora al bar all'aperto, ma oggi non c'è, comunque la cosa fa da introduzione con il tizio con cui parlo, che mi aveva subito detto che è proibito ai non clienti mettersi negli ombrelloni dello spazio riservato all'hotel. Mi pareva strano dato che c'erano delle famigliole cubane che non pensavo stessero nell'hotel. Mi dice di non dirlo a nessuno e di mettermi là, se a un certo punto non ci saranno più posti liberi e arriveranno dei clienti dovrò andarmene, accetto (i posti sono quasi tutti vuoti). Ci sistemiamo, dopo un po' arriva uno della sicurezza, e gli dico che sono disponibile a pagare per stare lì, ma risponde che non si può, il posto non è pubblico nè a pagamento. Gli indico il tizio che mi ha detto di restare pure, il quale gli fa un segnale di ok.


Mangiamo cocchi appena colti da un paio di tizi (per una monetina), che girano per la spiaggia con il machete. Taglia la parte superiore e ci infila una cannuccia, molto dissetante e fresco il liquido, poi si mangia la polpa morbida. Per aprirci il secondo diciamo che non c'è fretta e rispondono che ora vanno un pochino avanti poi fra poco torneranno indietro, ma non si sono mai più visti. A mezzogiorno ci mangiamo i panini che ci aveva preparato Marelis, buoni, con un buon formaggio e prosciutto cotto. 
Nonostante la notizia di alcune guide turistiche comprate in Italia secondo cui ai cubani è vietato l'accesso alla spiaggia degli hotel per turisti stranieri! qui in realtà ci sono parecchi cubani in spiaggia, famiglione, coppie, gruppi di amici, bambini che giocano nello spazio dell'hotel, nonni/e, ecc.... 
Il mare è abbastanza bello, e la costa è molto bella. L'acqua è subito alta e si può nuotare bene.
Passeggiando scopro che il bar sulla spiaggia che ci dicevano è un po' più in là, e ci sono solo cubani che se ne stanno all'ombra di tanti begli alberoni, e arrivano con i loro frigo portatili, e varie scatolone con il mangiare. La spiaggia comunque è molto lunga.
Quando non ne possiamo più del sole fortissimo, telefoniamo (verso le due) al tipo della macchina per dirgli di venirci a prendere. Faccio due tentativi a vuoto in quanto mi risponde uno che non sa niente. Alla terza tel gli diciamo che lo aspettiamo seduti allìombra nella hall dell'albergo. Lì incontriamo Franklin con la sua insulsa novia...! che piacere vederlo... Dopo pochi minuti incontriamo René! che è appena arrivato in quel momento... intanto arriva il taxista che ci trova e ci dice che ha lasciato lì dietro l'auto....dopo poco passa di lì un amico ferrarese ...! che è qui nell'hotel con un suo gruppo di Bondeno ... è incredibile.. ma ora da un pullman appena giunto, ecco che arriva Lizzy stanchissima....! e così allora incominciamo a parlarci tutti quanti e il povero taxista intanto aspetta sorridente. 
Tornati a Trinidad andiamo al Punto Internet alla ETECSA, che è l'azienda telefonica. paghiamo 3 cuc (equivalenti a tre dollari) per essere stati in connessione mezz'ora. Ritorniamo infine a casa dove troviamo il solito pasto pazzesco di Marelis, col pollo ... ceniamo assieme con René e Lizzy e chiacchieriamo.


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