giovedì 10 maggio 2012

Cuba bella, Viñales (n.24)

(segue martedì 24)
Viene una parente ad aiutare in casa. Poco più in là si radunano in uno spiazzo vari anziani, uomini e donne, e con una addestratrice che viene apposta ogni mattina si mettono a fare ginnastica con esercizi lenti e facili.


L'auto di Yosvani * è bellissima e messa a posto perfettamente, 



andiamo a fare il giro della stupenda campagna qui intorno. Vediamo più da vicino i famosi mogotes, cioè delle collinette rocciose che emergono dritte all'improvviso dall'altipiano. C'è molta vegetazione, ma i campi sono tutti lavorati; è mattino e stanno arando con i buoi. La zona è contadina, con piccole comunità di agricoltori, coltivatori, allevatori, organizzate in cooperative di produzione e di distribuzione. Siccome nei giorni scorsi ha finalmente piovuto dopo una lunga seqìa, tutti sono impegnati. Fanno la rotazione delle colture. Cavalli e mucche e capre, sono tutti fuori dalle stalle, e polli e maiali razzolano e sono per ogni dove. L'aratura avviene con i buoi al giogo e dietro il contadino con l'aratro. 
Ci sono varie scuole e scuolette, elementari e medie, sono escuelas al campo, cioè nei pressi di una comunità.

Si semina e si coltiva, il mais, il tabacco, il caffé, la yucca, e la malanga, e quelle che noi chiamiamo patate americane, ma di una qualità un po' diversa dalle nostre. E inoltre ci sono dei bananeti. La zona è famosa per la qualità del suo tabacco e del suo caffé.




Yosvani guida lentamente col tipico cappello da campesino, e ci spiega. Anche lui è cresciuto in uno di questi villaggi e conosce molto bene le produzioni, la fatica, la povertà che c'era quando era ragazzino.




Intanto chiacchieriamo, e Ghila dice che le piace la musica del cd che ha messo su. In realtà si tratta (come in tutte le altre auto che abbiamo preso) di una chiavetta elettronica, e di fianco alla radio c'è l'entrata per caricare le chiavette. Comunque appena possibile si ferma compra un cd e glielo regala.
Continuiamo il giro, e andiamo a visitare la cosiddetta cueva del indio. Si entra dentro alla grotta che c'è alla base di un mogote, prendendo una barca che procede nella grotta lungo un rio interno.








Non c'è nessuno, solo dei turisti argentini che sono usciti quando noi siamo entrati. E' stato bellissimo e emozionante. Ricordo che a casa quando avevo letto che c'era una caverna che si poteva percorrere addentrandosi in barca per 250 metri su un fiume che scorre dentro una montagna, ero rimasto stupefatto all'idea e mi ero detto: questa non me la devo perdere! Abbiamo fatto proprio bene a venire perché la realtà è ancora più affascinante. E' un percorso degno di un fumetto, un cartone animato, o un film di avventura, o un romanzo. Un mondo a parte.
Poi quando si esce sembra che ci sia più aria, e che tutto sia più luminoso e colorato del solito.



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* Yosvany, mail: jp.martin.79@orange.fr, tel. (0053- 48) 793137, sms: (0033)675322779, cell. (01) 52892370.

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