venerdì 11 maggio 2012

Cuba bella, Viñales (n.29)

(segue mercoledì 25)
Giro un po' in paese e vedo un campo dove giocano a pelota o altri a calcio

Ritorno lungo la nostra stradina con galline e cani dappertutto


A casa, cena con aragosta, sia in bianco con salsa mayonesa, sia con il mojito rojo, molto buona. Poi viandas hervidas, sopa de frijoles negros, arroz blanco, tomates, malanga, e patate lesse, e infine helado de fresas con wafer al chocolate.
Notizie fresche: Elias oggi non sta fermo e zitto un solo momento,


il cane di fronte oggi stranamente non ha mai abbaiato, quella signora anziana che si era sentita male è morta (ce lo hanno voluto dire certi vicini).
Ieri eravamo stati a guardare alcuni negozi di distribuzione con la libreta e dove si paga in moneda nacional. Si tratta di beni di prima necessità, cioè sacchi di riso, fagioli, farina, pane, ma anche tabacco, rhum, dolci, stoffe, ... altre volte invece di prodotti con uno sconto speciale, o a prezzi politici, o quaderni, matite, libri, abiti ...scarpe di plastica, insomma ciò che si ritiene possa permettere la sussistenza a tutti. Quando furono le riforme agraria e produttiva nei primi anni sessanta, si distribuirono le terre dei proprietari terrieri, a cominciare dai grandi latifondisti, a cooperative di contadini, che sino a quel momento erano per la quasi totalità nullatenenti. E si istituì un primo sistema di tesseramento per la distribuzione dei prodotti essenziali. E questi magazzini e negozi di oggi ne sono l'ultimo residuo.


Qui alla sera e di notte viene freschino (Viñales è a sette-ottocento metri), e siccome alle finestre non ci sono vetri (come in tutti gli altri posti dove siamo stati, tranne l'Avana e Varadero), ma solo larghe persiane di legno orientabili, attraverso cui passa l'aria, ci mettiamo sul lenzuolo anche una copertina! (che ci toglieremo con il venire del sole mattutino).
Poi stanotte non trovavo la mia pila, e per andare in bagno mi sono mosso a tentoni come un cieco.

Jueves 26 de avril

Al mattino verso le sette mi sveglia il vocìo del barrio che si alza e va al lavoro. Ci sono i rumori soliti: quello che avvia il motorino, passa un camion, c'è chi si parla da un lato all'altro della strada, ci sono i primi gridi di strada di chi vende ananas, o pane, con le loro tipiche cantilene (piña piña, laa piiña!; oppure eeel pàn, paanaderòò!), ma anche l'aglio (eel ajooo), o il mango, o altro: poi i cani, i carretti che sballonzolano sui sassi della strada di terra, o sulle irregolarità dell'asfalto in altri casi. Tanti, tanti uccellini, uccelli, uccelletti che in coro ad un certo momento incominciano il loro cinguettio, i galli che cantano, i polli, i cavalli, eccetera. E poi i primi lavori di muratura o di martelli, setacci, carriole ... E i commenti delle donne che vanno al mercato e si chiamano, con un urlo tipo: Estrellaaaa!! La luce del sole che entra nonostante le tende. Grida per richiamare i ragazzini che escono per andare a scuola, tipo: Alejandrooo! E poi si incominciano a sentire gli squilli del telefono o le conversazioni delle telefonate, le richieste da una casa all'altra. O la frusta per il cavallo ... insomma non si riesce più a dormire.
Passando mi vedono sul seggiolone a dondolo sul portico e mi salutano e magari dicono una frase di convenienza. Biciclette, tricicli, ecc., 



oramai la giornata è definitivamente incominciata. Papo esce col suo buffo casco antiquato (e da noi fuori-norma), e la signora delle pulizie arriva con il suo ombrello parasole. Passa il vecchietto con i peli bianchi della barba sfatta, che spiccano sulla pelle bruna da mulatto. Passa il negrone color carbone che ha da vendere due sacchi di patate, e poi quelli con le collane d'aglio al collo. Tutti tendono a parlarsi un po' ad alta voce, ma sono gentili e carini ... ecco mi chiamano, è pronto il caffé.

Stamattina molto presto era suonato il telefono di casa, ora mi dicono che era René per darci l'indirizzo della casa all'Avana, e li ha svegliati. "mi dispiace" dico, "ma no, oooh nessun problema!" mi risponde Aracelis, "che problema è? mi sono subito rimessa a dormire".
Arriva il ragazzo in bici portando tre ananas per la nostra colazione. Altre donne lo chiamano appena lo vedono e gridano: òye niño esperate allì! Viene qui un anziano che lo paga con un paio di minuscole monetine in pesos nacionales. 
Cominciano a radunarsi gli anziani poco più in là per fare la ginnastica del mattino in uno spiazzo.
Stamattina per restare fuori seduto nel portico, mi ero messo addirittura i jeans, ma anche se l'aria è un po' freschina, il cielo è limpidissimo e quindi il sole è proprio forte, e infatti molti hanno il sombrero di paglia o l'ombrello (mi vien da pensare che è forte come il sole sulla Marmolada in un giorno terso).
Poi arriva Humberto il taxista che ci porterà all'Avana (dato che stamane Yosvany era già impegnato), e dunque i nostri quattro giorni a Viñales sono finiti... saluti, abbracci e baci. Il piccolo Elias è arrabbiato.
Partiamo. Peccato mi ero affezionato a quel barrio e alla sua gente ...

Nessun commento:

Posta un commento