martedì 8 maggio 2012

Cuba bella, Varadero (n.18)

Abbondante colazione. Ieri sera Beny ci aveva fatto vedere nel suo magnifico televisore nella loro grande sala un CD sul maggior pianista cubano che ha messo in musica le poesie di J.Lezama. E un suo parente che era qui per chiacchierare e bere un Bacardi, con cui commentiamo il bel giardinetto di cactus,

avendogli detto che veniamo da Ferrara, mi dice di un italiano, il garibaldino Oreste Ferrara, vissuto all'Avana ai primi del Novecento e divenuto presidente della Camera, il quale costruì una bella villa di stile fiorentino rinascimentale, dove il governo castrista nel 1962 aprì il museo napoleonico. Ferrara diceva sempre che la prima caratteristica del cubano era che "el o no llega o se pasa", cioè o non arriva agli appuntamenti, o ci passa sopra... per dirmi che loro in generale non sono "portati" per l'organizzazione, non sanno organizzarsi né organizzare, e che invece Fidel ha costretto i cubani ad apprendere a farlo, e così ha fatto fare un grande balzo in avanti alla società civile...
(Su quel personaggio si veda il libro di Alessandro Senatore, Guida editore, 2010).
Chiedo a Benigno come mai il blocco è ancora in piedi in un mondo post guerra fredda, non è oramai un po' superato dai tempi? Beny ci dice che "purtroppo un grande problema è costituito dal fatto che i 2,5 / 3 milioni di cubani della Florida (o figli o nipoti di cubani) sono egemonizzati da gruppi di "repubblicani" oltranzisti di estrema destra e dalle mafie, ma sono determinanti per il voto in Florida, e quindi anche per le elezioni presidenziali (da parte degli Stati), e sono sostenuti dai più beceri militari e generaloni del Pentagono (vedi l'episodio della rielezione di Bush). E poi quelli dicono anche di lottare per la libertà e per i diritti umani..." E ci racconta che lui ha viaggiato in vari paesi dei Caraibi e del Centroamerica, e ha vissuto alcuni anni in Colombia, e ha constatato che una povertà e un abbandono così a Cuba non esistono, e che qui i diritti umani sono garantiti (sanità, istruzione, pensioni, la casa) e che quindi secondo lui anche un cubano povero è più libero di un povero dell'Honduras o del Salvador (per non parlare della confinante Haiti), "se non altro è libero dalla fame, e dai soprusi dei padroni e dei ricchi. In quei paesi ci sono grandi approfittamenti da parte di piccoli gruppi, connessioni forti tra il gruppo al potere e i detentori di grandi ricchezze, e i potentati locali ... ecc. e oltretutto lasciano grandi spazi alle multinazionali che si portano via le risorse nazionali ..."
Ci chiede come abbiamo trovato il Paese, gli diciamo che è ancora un po' indietro nello sviluppo, abbiamo visto per es. tanti cavalli, sia per i trasporti che per uso personale, e che in generale i trasporti pubblici sono molto carenti. Certo anche noi sappiamo che il problema in questo caso è la carenza di benzina e anche di automezzi ... 
Beny ci dice: "ricordatevi che Cuba è un paese del terzo mondo, è un paese povero, e con insufficienti  risorse naturali, ma che in compenso qui c'è più giustizia che in altri paesi latinoamericani,  e quei pochi soldi che ha Cuba li spende per fini sociali, e dunque c'è più rispetto per i diritti dell'uomo. Guardate a un paese come il Brasile che è in via di rapido sviluppo e sta diventando una potenza regionale, è arrivato a occupare il nono posto nella graduatoria economica mondiale (!), ma non si interessa gran ché delle masse dei diseredati, degli emarginati, della gente delle favelas di periferia, questi sono senza scolarità, senza professionalità, e sono lasciati in balia di ambienti violenti, e della criminalità, e di mafie e di giri di droghe". (in effetti guardando in internet gli indici di sviluppo umano,  HDI dell'ONU nel 2009, vediamo che Cuba è al 51° posto mentre il Brasile al 73°  -   l'Italia è al 18°).
"Qui lo sviluppo purtroppo è in gran parte autarchico, ed è frenato principalmente dall'embargo e dal blocco navale non solo militare ma dei commerci in vigore dal '62" (la legge degli usa sul blocco non riuguarda solo i prodotti e le ditte usa, ma dice che chi commercia con Cuba poi per un periodo da 6 mesi a 18 mesi non può commerciare con ditte nordamericane o che commerciano con gli usa, e a quel punto molti lasciano perdere. Il blocco dal '64 include anche i prodotti alimentari e quelli medici e farmaceutici, sia pure per neonati, bambini, anziani. Obama prima delle elezioni aveva fatto capire che lo avrebbe sospeso, ma per ora non lo ha ancora fatto). 
Quindi Beny vorrebbe andare a vivere in Canada è vero, però non "sputa nel piatto che gli ha dato aiuto" quando aveva bisogno, lui era di famiglia povera ma ha potuto frequentare l'istituto di educazione fisica e sportiva, e da lì poi è diventato un allenatore bravo e affermato perché si è visto che ne aveva le qualità.

Nessun commento:

Posta un commento