martedì 8 maggio 2012

Cuba bella, Varadero-Matanzas e viaggio (n.21)

Lunedì 23
Il taxista con cui avevamo combinato ieri sera (prezzo, orario, tipo di auto) telefona stamattina per dire che non può più venire..., per fortuna con varie telefonate Beny ne trova un altro (ci conviene comunque piuttosto che prendere due o tre bus, che ci mettono molte più ore). 
Ghila chiacchiera con la coppia di trentenni olandesi e chiede loro che cosa gli è piaciuto di più sin'ora, dicono un locale dove c'era musica dei Beatles, tanto che ieri sera hanno voluto ritornare lì. Ghila chiede che cosa interessava loro vedere qui a Cuba, e lui risponde che è appassionato di vecchie auto, e che l'altro giorno hanno preso in affitto una Cadillac rosa e si sono fatti un sacco di foto, così al ritorno chissà che invidia avranno gli amici. D'altronde sanno sì e no solo tre-quattro parole in spagnolo, né si peritano di impararne di più, e chiacchierano solo con altri olandesi oppure con persone di lingua inglese, non hanno né cercano rapporti con la gente locale. Non gli interessa né la politica né la storia, né altro, vogliono solo riposarsi e divertirsi. 
Andiamo in spiaggia tutti e tre, c'è un mare forte, e bandiera rossa. Ci sono cavalloni di onde alte, nessuno è in acqua, ma c'è una che fa surf con un parapendio, bravissima, velocissima. E' uno spettacolo seguirla con la vista.



Ci salutiamo e partiamo (siamo tutti un po' dispiaciuti)

passiamo attraverso Matanzas (dove nei prossimi giorni ci sarà un incontro nazionale di blogueros =gente che ha un blog, di varie tendenze), è una città industriale e non solo si tratta di centrali termoelettriche (per fortuna la centrale nucleare che l'Urss aveva iniziato a costruire a Cuba, non è stata mai realizzata), ma anche di industria chimica.

Poi lungo la costa vediamo dei pozzi petroliferi ... "purtroppo" per la salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio e quindi per le prospettive di sviluppo turistico di questa zona (il petrolio locale copre comunque solo il 40% del fabbisogno nazionale). 
Percorriamo la cosiddetta via Blanca lungo la costa. Si era vista passando anche una zona che era stata di ville di ricchi, che poi erano state riconvertite in scuole, e ora di nuovo adibite al turismo, proprio sulla riva del mare; bello il panorama, ma ... purtroppo anche qui si vedono le trivelle ...
Poi passata la circolare esterna attorno alla capitale, imbocchiamo l'autopista e facciamo solo un piccola sosta alla parada Las Barriguitas, il che fa riferimento alle palme locali che hanno un rigonfiamento in mezzo, a metà del fusto, e quindi sono panciute. Mangiamo dei panini e prendiamo da bere.
Ci sono molte auras (avvoltoi) che svolazzano nei paraggi.
Alfine usciamo a Pinar del Rio e in pochi km di stradina tutta curve e su e giù, giungiamo a Viñales. Il paesaggio è bellissimo, con tanta vegetazione.

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