domenica 6 maggio 2012

Cuba bella, Trinidad (n.11)

Miercoles 18 de Avril
Oggi ce la prendiamo comoda, conversiamo con René e con Marelis, chiedo di telefonare a Santiago a dei conosenti per dire loro che non riusciremo ad andare sino là da loro, in compenso dico che prima di partire avevamo reperito i medicamenti che servivano a una loro amica anziana, e che glieli faremo avere. Marelis poi telefona a un autista dei pullman Viazul loro amico, e mi dice che di solito si usa fare così, e organizza tutto un giro per cui Guille porterà il pacchetto al terminal dei pullman, e quei nostri conoscenti (a cui ritelefona) andranno là a prenderlo facendosi riconoscere, e così poi potranno portarlo alla anziana che ne ha bisogno. Infatti nonostante che a Cuba i servizi sanitari siano ben organizzati e gratuiti, nelle farmacie non c'è tutto l'occorrente a causa -anche in questo caso- dell'embargo e del blocco nordamericano che da cinquant'anni strangola Cuba.
Poi scendiamo per lo stradello a fare un giretto in centro. 


Incontriamo un tipo a cui chiediamo una indicazione, e poi lui quando viene a sapere che veniamo dall'Italia ci racconta un sacco di cose, che è emigrato in Svizzera a 17 anni ed ora è ritornato a Trinidad dopo 17 anni che non rientrava (ora i viaggi dei cubani all'estero e soprattutto dei cubani dall'estero sono molto più facili). Ci racconta un po' la sua vita, dice che non ne può più di Svizzera, scherza, ci mostra le foto di figli e nipoti ... Ci presenta il fratello che ha potuto studiare andando a Mosca e si è laureato in ingegneria mineraria. Anche lui si mette a parlare e raccontare, e dice che ora lavora all'Avana, al Vedado, nel locale "Submarino amarillo" che è in calle 17 e che noi avevamo notato, e ci invita a andare a trovarlo quando ritorneremo all'Avana, è un locale dove si fa ovviamente molta musica dei Beatles, ma anche degli anni settanta in genere ... ecc.
Vediamo un circolo di scacchisti (ce ne sono molti a Cuba), 

e una fabbrichetta di sigarette, con migliaia di sigarette messe ad asciugare (che puzza....).

Guardiamo un po' i negozi, le piccole pizzerie da asporto, la gente che fa la spesa o il passeggio, i vari mezzi di trasporto che passano ... 







Ma torniamo presto a casa per la troppo gran calura, prendiamo un bicitaxi che ci riporti su per due cuc, ma giunti in piazza Santa Ana, all'inizio della salita sulla strada con i sassi, scendiamo e lo paghiamo lo stesso, ma ci fa troppa pena e proseguiamo a piedi. Incontriamo tre bambini con cui conversiamo, chiediamo il nome di un bellissimo alberone con quei frutti, "li chiamano huevos de toro, ma non sono da mangiare", e diamo loro dei regalini. 

Poi incontriamo le varie persone del "nostro" barrio che vediamo dalla casa di Marelis quando ci mettiamo fuori con le seggiole. E così ci salutano e li salutiamo. Ci pare davvero di essere come degli ospiti collettivi, e di star tornando nel nostro quartiere (ma da noi non c'è certo questa atmosfera umana...). 


Ci sistemiamo appunto sul loggiato con le sedie. Torna René. Torna Guille con il suo sorriso e con i nostri biglietti del pullman "Astro" per domani mattina, diretto da Trinidad a Remedios per 14 cuc a testa. Ci offre un gelato (industriale, cioè già confezionato, poiché sa che se no noi non lo mangiamo) guarda caso di fresa y chocolate... (chi non ha visto quello storico film?) molto buono. Intanto Guille porta un pesce di 5 kg., è un pargo. Guille che l'altro giorno ci aveva raccontato degli anni passati in Russia a studiare mostrando album di foto eccetera, ora ci racconta che lui è stato per anni delegado de barrio, cioè rappresentante di zona volontario che sarebbe quello che segnala alle autorità i problemi del suo quartiere. Per questo conosce bene i diversi livelli economici e anche culturali, ovvero i dislivelli, le disparità della gente del vicinato.

Loro ora aiutano per esempio un vicino che è alcolizzato e gli danno da mangiare. Anche Marioli sta qua a mangiare in cambio di un aiuto in casa. Pertanto non c'è da preoccuparsi se i pasti sono abbondanti e noi avanziamo qualcosa... Le autorità governative in situazioni di emergenza danno la possibilità di pagare certe cose a un prezzo politico in moneta nazionale. Oppure aiutano concedendo sconti o rateizzazioni. Ci ri-sediamo fuori, e regaliamo delle borsettine di plastica a delle bambine

Vado a fare un giretto per il quartiere, e anche a cercare un cappello di paglia per il prossimo compleanno di Franklin.
Torno, facciamo un regalo anche a Marioli. Poi c'è una cena pazzesca, buonissima, con langosta (o meglio astice). 

E delle ottime papas asadas con queso cioè patate al forno col formaggio. Ingredienti: 6 patate di media grandezza; 1 cucchiaino di si sale; e 2 di burro; ½ cucchiaino si pepe in polvere; ½ tazza di latte intero; e 1 di formaggio. Preparazione: dopo aver lessato le patate, apritele a metà e togliete la parte centrale (ben attenti a non rompere l’esterno). Riducetelo a purea, aggiungendo sale, pepe, burro, latte tiepido e formaggio grattato. Riempite la patata con la crema ottenuta, e infornate fino a che siano ben dorate. Potete anche fare il ripieno di carne, al posto dei formaggi...

Dopo cena passiamo moltissimo tempo a conversare con il vicino Moisé (che è l'alcolista), è stato cacciato di casa dalla moglie e hanno costruito un muro per dividere la casa; ora la moglie è lì a fianco con la loro bambina e con un suo nuovo compagno. E questo non lo aiuta a superare la sua condizione. Osservo i suoi pantaloni, gli do dei calzoni miei e 20 pesos per aiutarlo. è imbarazzato, accetta e se ne torna in casa lì di fronte, poi ritorna e ci porta un portacenere di ceramica che ha fatto suo fratello. Fa un po' pena e molta tenerezza.
C'è un'aria stupenda, e tutto il barrio è fuori dalla porta e tutti chiacchierano.


Nessun commento:

Posta un commento