domenica 13 maggio 2012

Cuba bella, Regla e L'Avana II (n.35)

Domingo 29
Lucy stamattina ci racconta che lei è una assistente sociosanitaria scolastica, e che tiene dei talleres, laboratori, con maestri, e con ragazzi, di educazione civica e di educazione sanitaria e sessuale e di igiene. Vengono a trovarci René e Lizzy, e dopo varie incertezze, discussioni e lungaggini su varie cose, finalmente usciamo e andiamo con Joan al molo di fronte alla chiesa ortodossa

da dove partono las lanchitas, cioè le lance, i vaporetti che fanno da traghetto al di là della Bahìa de la Habana, per Casablanca e per Regla. C'è parecchia gente e ci mettiamo sul muretto ad aspettare.

 Costo per noi 2 cuc compreso l'ingresso al museo. E' una cittadina tra le più antiche, del 1598. Sbarchiamo di là, che c'è un solleone spaccacranio e un gran calore ... si scende vicino a delle grandi vechie fabbriche

c'è subito là vicino per fortuna il nostro obiettivo, cioè la Iglesia Ermita de Nuestra Señora de la Virgen de Regla. E' questa una delle chiese principali della Santeria (la più importante per Cuba ovest) dato che si tratta di una vergine nera, anche se tiene in braccio un bambino bianco.

Per la spiritualità yoruba essa rappresenta un Orisha fondamentale, Yemayà, lo spirito delle acque marine. Arriviamo giusto per la messa di mezzogiorno, la chiesa è strapiena. Già sulla lancha si erano viste molte donne vestite completamente di bianco, ma non mancano quelle in giallo, colori simbolici. Entrano portando fiori bianchi che depositano vicino alle acquesantiere. Nella cappella laterale sinistra si fanno offerte alla virgen col volto di ebano e al suo bimbo. E poco più in là c'è una cappelletta esclusivamente riguardante la religiosità dei santeros e babalawos

Fuori c'è un piccolo mercatino e sul muretto stanno sedute delle madrine e dei padrini,


io mi avvicino e mi attardo a guardare le collanine e le bamboline. Una santera mi dice che ho problemi di cuore, e mi prende la mano per "leggermi" la dimensione e lunghezza delle dita, e mi dice che avrò i prossimi anni belli se mi manterrò fremo nella mia consapevolezza e affronterò con serenità i problemi. E mi da una collanina bianca di Obatalà.
Intanto che Annalisa, Ghila e Lizzy si fermano all'ombra io vado con René attraverso il paesino, con un piccolo parque dedicato a Martì che da qui fece nel 1924 un discorso nel giorno della morte di Lenin per onorarlo, e poi entriamo nel piccolo ma interessante museo storico della città, con una sezione di carattere etnografico dedicata alla santerìa e al culto degli orishas.
La scritta spiega che "La etnografia trata del estudio del Etnos, que puede definirse como un conjunto historicamente constituido de individuos quien poseen particularidades comunes relativamente estables de cultura y ciertos rasgos psiquicos similares, asì como conciencia de su unidad y diferencias etnicas".
Torniamo al molo e la lanchita si fa attendere, intanto da lì si vede l'imboccatura del porto.


Arrivati dall'altra parte Joan non c'è come eravamo d'accordo, gli telefoniamo e lui è a casa a pranzo. Dopo un primo tentativo di mangiare in un posto di panini che fa pure dei piatti combinati (cioè con contorni), andiamo al ristorante statale "23 con H" (che è pure l'indirizzo), nella zona centrale dell'Avana moderna, dove c'è il cinema Yara, e mangiamo bene e stando in un bel posto, con un bel venticello all'ombra e un po' sopraelevato rispetto alla strada. Pasto abbondante e completo a soli 5 cuc a testa.


gamberetti in ananas
Poi Lizzy e René debbono andare, aspettano di vedere che saliamo su un taxi e vanno. Solo che dopo appena pochi metri si ferma il motore, essendo la strada in leggera salita e non riesce più a ripartire nonostante reiterati tentativi, anche soffiando in un tubetto per sgombrare il condotto da eventuali depositi nel serbatoio (che tutti tengono sempre quasi vuoto). Allora scendiamo e ci incamminiamo per cercarne un altro, quando dopo poco ci raggiunge e ci ri-carica.
Arriviamo e anche l'ascensore è fermo. Ma poi per fortuna riprende.
Chiacchieriamo con Maira e Lucy. Poi torna a casa anche la signora.

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